Si barrica in casa e minaccia i carabinieri: «Se provate a entrare vi taglio la gola»

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. «Se provate a entrare vi taglio la gola». Con queste parole ha minacciato i carabinieri e si è asserragliato nel suo appartamento per 8 ore e mezza, dopo aver barricato porte e finestre con assi e travi di legno e aver lanciato oggetti contro i militari.
Domenica 7 giugno, pochi minuti dopo le 10, i carabinieri hanno fatto irruzione nell’alloggio in via Falcon Vial a San Vito al Tagliamento ponendo fine all’assedio. L’uomo, 46 anni, già seguito dai servizi sociali, è stato denunciato per minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e per danneggiamento aggravato.
L’ALLARME
Sabato 6 l’inquilino aveva protestato per le infiltrazioni d’acqua piovana dal tetto, rompendo vasi di piante, che ha poi delimitato con nastro segnaletico e sedie nel cortile. Il problema era stato sanato in giornata. I passanti hanno notato il primo striscione penzolare da un davanzale: «Vergogna politici».
Se ne è aggiunto un secondo: una tenda ricoperta di scritte confuse, in cui campeggiavano a caratteri cubitali le parole «Stress!» e «Covid».
I carabinieri hanno ricostruito poi che nei giorni scorsi il 46enne si era lamentato di un vicino. Ma la protesta non è finita lì. All’una e mezzo di notte i residenti hanno telefonato al 112: sentivano grida e musica ad alto volume.
L’ASSEDIO
«I carabinieri sono intervenuti sul posto – ha ricostruito il vicesindaco Federica Fogolin, fra i primi a giungere in via Falcon Vial – e hanno trovato una persona in uno stato di profonda agitazione, lanciava oggetti dalla finestra. Noi come autorità comunali siamo stati chiamati verso le 3.30. Quando siamo arrivati urlava, farneticava, era in uno stato confusionale evidente».
Il sindaco Antonio Di Bisceglie ha precisato che si è trattata di una reazione scatenata dall’abuso di alcol. Barricato al primo piano, l’uomo ha gettato contro i carabinieri la sua mascherina dell’ossigeno e un posacenere, che ha colpito un’auto di servizio dell’Arma (da qui la denuncia per danneggiamento).
Aveva inchiodato invece dall’interno la porta d’ingresso al pavimento di legno con una trave. Sul posto sono stati chiamati rinforzi: pattuglie della stazione di San Vito, agli ordini del maresciallo maggiore Marco Perez, e dell’aliquota radiomobile di Pordenone, i vigili del fuoco di San Vito, i vigili urbani, due ambulanze del 118. A coordinare le operazioni il sototenente Giovanni Cito, per la Compagnia di Pordenone.
L’EPILOGO
In attesa del negoziatore dell’Arma, in arrivo da Udine, i carabinieri hanno messo in sicurezza l’area e hanno raccolto tutte le informazioni sull’uomo, necessarie per la trattativa.
I soccorritori temevano che potesse compiere un gesto estremo, così hanno staccato il gas. In casa, però, aveva due bombole d’ossigeno, gas infiammabile, in quanto soffre di problemi respiratori.
Due carabinieri, con casco e giubbotto antiproiettile, sono saliti su una tettoia, pronti a irrompere dalla finestra, altri due si sono appostati dietro la porta picchettata.
Le trattative non hanno dato frutti. Verso le 10 l’uomo si è affacciato a torso nudo alla finestra e ha visto i carabinieri, che a quel punto sono entrati. Pochi minuti dopo la situazione era risolta: l’uomo si è tranquillizzato ed è stato portato via in ambulanza.
«Spetta ora a chi lo segue – ha concluso il sindaco – provvedere al trattamento sanitario obbligatorio e agli organi competenti, a cominciare dal dipartimento di salute mentale, verificare tutto ciò che può e deve essere fatto per la cura». —
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