Shopping senza limiti: 25 aprile e Primo maggio con quasi tutti i supermercati aperti

UDINE. Grande distribuzione tutta aperta – o quasi – per il 25 aprile e il primo maggio. Fatta eccezione per la Coop (dove i dipendenti hanno un contratto integrativo che “salva” le festività nazionali), le altre catene tengono le serrande alzate soprattutto nel giorno che celebra la Liberazione dal nazifascismo.
Fra i big, solo l’Emisfero rispetta la festa dei lavoratori, mentre Aspiag (Despar) lascia libertà ai singoli supermercati. Conad e Decathlon si affidano ai loro associati, mentre Carrefour terrà aperto. Il 95% delle catene che aderiscono a Confimprese, che rappresenta gruppi come Conbipel, Primadonna, Miniconf, Yamamay, Tally Weijl e Carpisa non incrocierà le braccia. Ikea chiuderà solo il 1° maggio.
Le aperture dei punti vendita previste dalle aziende di Federdistribuzione per le festività del 25 aprile e del 1° maggio sono «l’espressione di un servizio che viene offerto ai consumatori e ai turisti, italiani e stranieri – ha sottolineato il presidente, Giovanni Cobolli Gigli –. Non bisogna dimenticare che 12 milioni di persone entrano nei punti vendita della distribuzione moderna organizzata ogni domenica, vedendo in questo un’opportunità di gestione del proprio tempo. Un’esigenza che sarebbe profondamente sbagliato deludere».
Davanti a nuove esigenze dei turisti da un lato e della collettività dall’altro, Federdistribuzione palesa il proprio obiettivo, ovvero «andare incontro alle nuove esigenze della collettività, rispettando i criteri di sostenibilità economica delle imprese – ha aggiunto Cobolli Gigli –. L’auspicio è che le istituzioni e tutte le componenti del settore del commercio, in rappresentanza di ogni stakeholder, condividano questo approccio e non creino le condizioni, attraverso la reintroduzione di vincoli e limiti agli orari di apertura, per un generale indebolimento dell’intero settore».
Il riferimento, più che chiaro, è alla legge ferma in parlamento che dovrebbe regolare il settore. Come accennato, in regione solo la Coop chiude sicuramente i propri punti vendita in occasione delle due feste nazionali del 25 aprile e del primo maggio. Aspiag procede in ordine sparso nel senso che il board favorisce le aperture, ma lascia la possibilità di scelta ai singoli supermercati che sanno se l’operazione sarà redditizia o meno. Ecco allora che (per fare alcuni esempi) gli Interspar di Pradamano e Cassacco aprono per la Liberazione e chiudono il primo maggio, a Gemona invece sarà sempre aperto.
Il Conforama apre in entrambe le date, così il Carrefour e, nel Pordenonese, Visotto. Per restare nella Destra Tagliamento, l’Emisfero apre solamente il 25 aprile. Il Città Fiera di Torreano di Martignacco (e tutti i negozi al suo interno, supermercati compresi) domani tengono le serrande alzate, il primo maggio, invece, il centro commerciale sarà aperto, ma i singoli negozianti possono decidere se andare al lavoro oppure no. Iper e Lidl invece saranno aperti.
Ovviamente i sindacati sono sugli scudi. Anche se hanno deciso di non scendere in piazza perché «a mancare è una legge nazionale che regolamenti il settore», ha spiegato Francesco Buonopane, della Filcams Cgil. Resta il fatto che per Buonopane la situazione è «vergognosa.
Non me la sento di addossare le colpe alle aziende – ha aggiunto il sindacalista –, è un problema di legge che consente di aprire; finché non viene modificata c’è poco da discutere. Invece, siamo davanti a un problema culturale di chi va a fare la spesa: le festività sono tutte importanti e il nostro non è un settore del servizio pubblico per cui è scandaloso il fatto che una persona vada a comprare il latte il 25 aprile. Ci si può organizzare. Fino a qualche anno fa i supermercati erano chiusi il lunedì mattina e il mercoledì pomeriggio e nessuno soffriva la fame».
Dal canto loro, secondo Buonopane, le aziende dovrebbero educare la clientela. «Come li educhi al prodotto biologico e a chilometro zero, così si educano le persone al rispetto dei lavoratori – ha concluso il sindacalista –. La liberalizzazione soffoca i piccoli commercianti e questo è il suo unico e vero scopo».
Anche Andrea Sappa della Uil Tucs non concepisce le aperture durante le festività: «Va bene le domeniche, ma qui si esagera – ha protestato –. Una volta ci comunicavano quando aprivano durante le festività, ora se chiudono. Questo significa che è cambiato il paradigma e, con esso, la società».
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