Shaurli: il Kebab furlan? Solo un nome di fantasia

UDINE. Il Kebab furlan era solo una piccola parte del progetto della Regione in collaborazione con Slow Food al Salone del Gusto di Torino. E non è vero che gli imprenditori che esportano negli Stati Uniti vengono lasciati da soli, come ha denunciato Franco Savio, che con il suo frico sottovuoto è sbarcato in 3.500 negozi della catena americana Kroger. «Perchè lo stesso Savio è stato coinvolto nella promozione di primavera svoltasi nei negozi Eataly di New York e Chicago».
L’assessore regionale all’Agricoltura Cristiano Shaurli coglie l’occasione per chiudere le polemiche che in questi giorni sono divampate attorno ai cibi, sia quelli della tradizione, sia quelli per così dire importati. E lo fa con una nota nella quale spiega nei dettagli come sono andate le cose.
«La Regione non ha stanziato 90 mila euro per promuovere un kebab, bensì la presenza del Friuli Venezia Giulia a una delle maggiori manifestazioni internazionali dedicate all’enogastronomia e ai presidi Slow Food - afferma Shaurli -. In mezzo a decine di prodotti presentati c’erano alcuni panini con nomi di fantasia di cui uno il “Kebab furlan”: qualcuno ha voluto puntare l’indice su quello e dimenticare tutto il resto.
Sulla querelle condivido la risposta che ha dato il presidente Slow Food Friuli Massimiliano Plett, e ringrazio l’associazione per averci permesso di presentare al meglio al Salone del gusto i nostri presidi tipici, le eccellenze e le Dop: è stato un successo che non può certo essere sminuito dalle polemiche attorno al nome di uno delle decine di prodotti e piatti offerti».
Ma non mancano le puntualizzazioni sul tema del frico. «Non credo sia compito della politica controllare il nome di tutti i piatti proposti all’interno di una manifestazione molto più ampia che era incentrata alla valorizzazione di tanti dei nostri prodotti tipici - osserva l’assessore regionale -. Continuo del resto a credere che il frico sia uno di quelli a più alto tasso identitario e che la sua promozione resti una priorità per la Regione: auspico che tutti i produttori che lo confezionano - visto che ce ne sono diversi - si accordino per una ricetta condivisa che ci permetta di tutelarlo e di presentarci in maniera ancor più forte sui mercati internazionali.
Tutti i contributi i consigli e suggerimenti sono benvenuti, siano di imprenditori o di cuochi, ma credo che se c’è una scelta che questa Regione ha fatto è proprio pensare di puntare molto di più che in passato sulla promozione nazionale e internazionale».
Shaurli ricorda la scelta di dedicare al Fvg un mese di promozione nei negozi Eataly in Usa, che ha coinvolto una sessantina di imprenditori - tra cui anche produttori di frico, e tra questi pure il titolare dell’azienda che ha mosso i rilievi di questi giorni (Franco Savio, ndr) - con una ventina di degustazioni ed eventi a Chicago e una quindicina a New York».
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