Sfratto all’osteria Al Camarin. «Ora che faccio?»

MORUZZO. «Questa è la mia vita, se chiudo quella porta non saprei cosa fare né dove andare. Non voglio la pietà di nessuno, ma vorrei sapere solamente se c’è un modo per non perdere del tutto quella che è la mia casa». L’appello accorato è di Edda Macor, titolare dell’osteria Al Camarin di Moruzzo, che pochi giorni fa ha ricevuto la notizia dello sfratto immediato. Questa mattina, infatti, la signora Edda attende l’ufficiale giudiziario, ma la sua speranza è, comunque, di poter continuare a mantenere aperta l’attività, che al momento dà lavoro a tre dipendenti.
L’immobile dove ha sede l’osteria è stato venduto all’asta un anno fa. «Qui c’era una stalla - spiega la signora Edda -, il mio ex compagno ed io abbiamo deciso circa 15 anni fa di acquistare e di mettere a posto tutto per realizzare al piano superiore la nostra casa e dare vita all’attività al piano terra. L’abbiamo fatto pensando al nostro futuro e ai nostri due figli, poi purtroppo le cose non sono andate bene. Oggi, quindi, mi ritrovo in questa situazione: mi è stato comunicato verbalmente lo sfratto solo venerdì scorso e ora dovrei uscire. Ma se esco di qui non ho un posto dove andare».
Edda Macor con i proventi dell’attività mantiene se stessa, la figlia 23enne che lavora con lei, un cuoco, una cameriera e un altro figlio di 25 anni, invalido al cento per cento in seguito a un grave incidente subito un anno fa. «La mia speranza - spiega la donna - è che alla fine si possa far valere il comodato d’uso grazie al quale l’attività sta andando avanti da 12 anni. Stiamo provando attraverso il mio legale anche a proporre al nuovo proprietario la possibilità di pagare un affitto che mi permetta di rimanere qui. Non godo di ottima salute e i miei figli dipendono da questo lavoro, ho un dovere morale nei confronti delle persone che collaborano con me... Non posso arrendermi».
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