Sfilata dei krampus in mezzo ai profughi: scoppia la polemica

. I krampus di Coccau visitano la caserma Meloni e a Tarvisio divampano le polemiche. L’iniziativa del gruppo di “diavoli”, che giovedì si sono fermati per qualche minuto durante il loro giro per la frazione anche nell’ex struttura della Guardia di Finanza dove oggi sono accolti 35 richiedenti asilo pakistani, ha scatenato molte reazioni, anche sui social. Tra chi ha plaudito all’iniziativa e chi ha espresso contrarietà, il botta e risposta – soprattutto sul gruppo Facebook “Tarvisio Cortina da un pezzo” – è andato avanti a suon di commenti. L’idea di una “fermata” alla Meloni è venuta a Fabrizio Della Mea, presidente dei krampus di Coccau. «Ho informato il mio gruppo una decina di minuti prima di andare là, è stata una sorpresa anche per loro. Ma ci stavo pensando da tempo», racconta. Sei “diavolacci” e San Nicolò hanno varcato il cancello dell’ex caserma, venendo accolti con stupore dai migranti «quasi spaventati», aggiunge Della Mea. Il tempo di una breve sosta, cinque minuti, qualche foto e poi il gruppetto di krampus ha ripreso il suo giro. Poi, una ventina di richiedenti asilo, forse affascinati da quanto visto, ha raggiunto l’esterno della chiesa di Coccau, dove l’appuntamento è proseguito con un falò e la festa «e qui – dice il presidente del sodalizio con un sorriso – hanno guardato come si svolgeva il tutto, e si sono anche divertiti a scappare. Qualche frustata l’hanno presa!». Difficile far capire in pochi minuti ai richiedenti asilo, oltretutto di religione diversa, il significato di una tradizione e della presenza di San Nicolò. «Il mio – prosegue Della Mea – non è un gesto politico, di nessun colore. È un piccolo segno di umanità. Sono dell’idea che queste persone vadano aiutate a casa loro, prima che arrivassero qui ero scettico, ma in questo anno si sono comportate benissimo. Li incontro spesso in ciclabile, cercano sempre di salutare, non ti evitano. Tornare il prossimo anno? Io sono pronto, se i ragazzi saranno ancora qui e avranno un atteggiamento come quello maturato finora».
Chi, invece, non ha gradito è Stefano Mazzolini, tarvisiano e vicepresidente del Consiglio regionale: «Una delle foto che ho visto testimonia l’arroganza di questi “ospiti”: loro sono davanti, con gesti di vittoria e cellulare in mano mentre San Nicolò, simbolo della cristianità, è relegato in fondo e nascosto da questi clandestini – sferza il leghista –. È il tipico atteggiamento di chi vuole comandare a casa degli altri e non ha rispetto per le tradizioni altrui. Come valuto l’iniziativa dei krampus di Coccau? Preferisco non dire nulla». —
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