Sfilata con duemila alpini da tutta la regione per il Battaglione Cividale



Sfila il glorioso battaglione che porta il nome della città ducale e l’orgoglio alpino avvolge, ancora una volta, Cividale: sono passati 23 anni dalla prima adunata degli appartenenti all’unità militare disciolta nel 1995, ma l’attaccamento, il senso d’appartenenza e lo spirito di corpo che rappresenta la linfa della storica unità militare non danno segni di affievolimento.

Millecinquecento gli uomini in parata, altre mille, almeno, le presenze disseminate lungo i bordi delle vie del centro per seguire, con l’affetto e la partecipazione di sempre, il lunghissimo corteo di quegli “ex” che tali «non si sentono e mai si sentiranno». Prima della sfilata i saluti ufficiali: «Questo raduno, giunto alla 23esima edizione – ha esordito il presidente della sezione cittadina dell’Ana, Alberto Moretti –, testimonia la profondità del vincolo d’appartenenza e cementa lo spirito d’aggregazione e di comunità. Con la vostra folta adesione – ha concluso, rivolgendosi al mare di penne nere – rendete possibile un momento di festa nel segno della memoria e dell’amicizia». Un «onore», per la città – ha dichiarato, subito dopo, il sindaco Stefano Balloch –, accogliere nuovamente gli uomini del battaglione: «Il Cividale – ha osservato – stimola emozioni forti, legate alla storia di quella che fino a tempi non lontani fu una città d’arme, contraddistinta da una forte componente militare. Oggi la vocazione è cambiata, ma l’affetto e la riconoscenza della popolazione verso gli alpini persistono, tangibili».

Dal generale Gianfranco Beraldo, presidente dell’associazione Fuarce Cividat (promotrice dell’adunata), il richiamo all’epica conquista, in terra russa (fra il 4 e il 6 gennaio 1943), di una postazione strategica che il comando tedesco ribattezzò “Quota Cividale” in segno di ammirazione verso l’eroismo del battaglione: proprio quella data fu scelta come festa di corpo ed è in prossimità della ricorrenza che si svolge il raduno cividalese.

«Nei suoi 86 anni di vita, tuttavia – ha dichiarato il generale –, il Cividale ha profuso il proprio impegno pure in missioni di pace e in tante altre circostanze, non solo in ambito militare, esprimendo tutto ciò che avrebbe potuto dare alla nazione. E con orgoglio, qui, ribadiamo che il nostro battaglione non verrà mai meno».

Nell’affollato parterre delle autorità anche il segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli: «Essere alpini – ha dichiarato – è, fra l’altro, una disposizione dell’animo e della volontà. Non c’è smantellamento di battaglioni o trasferimento di strutture capace di disperdere un prezioso patrimonio di valori». —



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