Sesto, grande folla per l’ultimo saluto a Patrizia Simonato

SESTO AL REGHENA. Una folla commossa ha preso parte al primo funerale celebrato per le vittime dell’incidente stradale del 29 novembre a Villotta di Chions.
Sesto al Reghena ha dato l’addio, ieri pomeriggio, a Patrizia Simonato, l’operaia della Friulpress di 61 anni, deceduta assieme a Severino Battistutta, di cui ancora non sono stati fissati i funerali.
Nello stesso incidente sono rimasti gravemente feriti, e ricoverati all’ospedale di Pordenone, Antonietta Maitan, vedova di Battistutta; e Ippolito Milanese, vedovo di Patrizia. Milanese avrà una degenza molto lunga. Dovrà essere a breve operato alla spalla, entro una decina di giorni.
Maitan invece è stata sottoposta a intervento chirurgico nella giornata di martedì. Alle esequie di Patrizia Simonato c’era molta gente di Cinto Caomaggiore.
La donna, infatti, pur essendo originaria di Pramaggiore nel veneziano, frequentava il territorio cintese per la vicinanza alle scuole e alla parrocchia di Settimo.
Lascia nel dolore anche 6 sorelle e un fratello. In chiesa poi c’erano i figli, i gemelli Cesare e Claudio, 37enni, accompagnati dalle compagne. Poi altri parenti e amici anche di Ippolito, persona conosciutissima tra Sesto e Azzano Decimo.
Alla cerimonia funebre, poi c’erano i due figli maggiori di Severino Battistutta, Enrico e Paolo. «Non siamo voluti mancare, Patrizia era un’amica nostra» hanno riferito commossi. C’era anche uno dei fratelli di Severino, Gino.
L’abate Gianfranco Stival, dopo il Vangelo che racconta dell'arrivo improvviso di Nostro Signore, ha speso nell'omelia propositi di affidamento a Dio, in questo drammatico momento.
«Stiamo condividendo un dolore insopportabile – ha dichiarato l’abate – ci stiamo ponendo numerose domande, e non riusciamo a trovare le risposte. A seguito di eventi così gravi crolla tutto: legami, affetti, speranze. Ascoltiamo la parola di Dio. La sfida, la nostra sfida è guardare avanti. Lì, troveremo i segni della misericordia di Dio».
Per l’abate Stival Patrizia Simonato non è morta del tutto nell'incidente.
«Il Signore era lì, ad assistere i feriti, i morti, i loro congiunti. Si deve continuare a costruire ciò che nostra sorella Patrizia ha costruito. Dobbiamo continuare a vivere per lei. Lei vive in noi. È una prova difficile, lo sappiamo. Dobbiamo guardare avanti, per dire anche grazie a questa persona».
«Quello che ha fatto Patrizia – ha concluso monsignor Stival – non va perduto. La notte è ancora lunga. Grazie Dio, per averci dato Patrizia».
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