Sesso dopo lo sballo al bar, 20enne rinviato a giudizio

È accusato di avere stuprato un’amica di 16 anni in un giardino pubblico in centro. Davanti al Gup sostenuta la contraddittorietà della versione fornita dalla giovane.

UDINE. Prima lo sballo al bar, a suon di “chupito”, i bicchierini di superalcolico - in questo caso, vodka -, bevuti tutto d’un fiato. Meglio se uno dietro l’altro, per riscuotere l’applauso degli amici e raggiungere l’apice dell’euforia il prima possibile. Poi il piacere della carne, carezza dopo carezza, appartati nel parco, fino a consumare un rapporto completo. Un “film” non troppo edificante, ma più frequente di quanto si possa immaginare. E, nel caso approdato alcuni mesi fa sul tavolo della Procura, con un finale decisamente pesante: il rinvio a giudizio di un giovane, uno studente udinese all’epoca dei fatti 19enne, per l’ipotesi di reato di violenza sessuale.

Era stata la sua stessa fidanzatina, o forse, più semplicemente, la compagna di una notte vissuta a marce troppo elevate, a denunciarlo, qualche giorno dopo l’episodio, recandosi in Questura accompagnata dalla madre. E sempre lei, all’epoca 16enne, a ricostruire la nottata, fornendo una versione tale, da presentare il rapporto avuto con l’amico - per la ragazza, peraltro, si trattava della sua “prima volta” - come qualcosa di non consensuale. Uno stupro, appunto, amore strappatole con la forza. Succedeva nel maggio del 2010, ai giardini Ricasoli, poco lontano dal bar, nel quale, insieme al resto della compagnia, avevano trascorso la serata a ingurgitare un drink dietro l’altro.

Le tappe di quella folle nottata e l’inchiesta che ne era seguita - a coordinare le indagini era stato il pm Barbara Loffredo - sono state ripercorse ieri, davanti al Gup del tribunale di Udine, Paolo Milocco, nel corso dell’udienza preliminare, terminata con il rinvio a giudizio del ragazzo, oggi 20enne. Agli atti, l’incidente probatorio della presunta vittima e una lunga serie di testimonianze, raccolte soprattutto tra gli altri giovani presenti alla serata e per lo più concordi nel ricordare come, da quella sparizione ai giardini, la minorenne non fosse tornata in lacrime o sconvolta, dimostrandosi semmai turbata e contrariata prima di tutto con se stessa.

Accogliendo le richieste del pm e dell’avvocato di parte civile, Andrea Mascherin, a loro volta tuttavia concordi con il difensore, avvocato Federica Tosel, nel definire contraddittori alcuni elementi d’accusa, il Gup ha ritenuto opportuno sottoporre il caso al vaglio dibattimentale. Considerata la delicatezza del caso, entrambi i legali hanno evitato qualsiasi commento. A quanto emerso, a ogni modo, dopo la denuncia alla polizia, la ragazza sarebbe stata isolata da una parte degli amici.

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