Serracchiani: siamo una regione speciale non solo a parole

UDINE. Specialità, modello, fiducia. Insegnando al Paese «cosa significhi essere una regione che guarda negli occhi le crisi e che tenta di superarle con tutte le sue forze». Non dimenticando una storia che restituisce come questa terra sia stata un esempio nei momenti più difficili.
Guardando al futuro, come a una regione che sta ripartendo. La presidente Debora Serracchiani ha voluto puntare su tre concetti chiari nel suo discorso al Teatro Giovanni da Udine prima di lasciare il palco al presidente del Consiglio dei ministri, rimarcando, in particolare, come la specialità della Regione rappresenti ancora una volta un modello per il Paese.
Speciale «non solo a parole» e nemmeno «evocando una storia importante, ma che è storia: noi - sono le sue parole - vogliamo esserlo tutti i giorni e lo siamo, esercitando quotidianamente la nostra specialità».
Dopo aver ringraziato i sindaci, in prima linea per il loro «lavoro complicato e difficile» e gli imprenditori, che hanno fatto di questa regione una realtà di grandi industrie ma soprattutto di tante, tenaci piccole e piccolissime aziende e che non hanno esitato a bruciare i propri capitali per non lasciare a casa i dipendenti, la presidente non ha scordato i lavoratori, pronti al sacrificio di rinunciare anche a parte del proprio stipendio al momento del bisogno, nonché il sistema della pubblica amministrazione, capace di accettare la sfida del cambiamento, trasformarsi, mettersi in gioco.
Una regione che arriva prima, come ha fatto tante volte e come sta facendo oggi, attraverso le riforme. Sanità, autonomie locali, “Rilancimpresa”. «Riforme che in teoria potremmo guardare da lontano e invece abbiamo scelto di fare per primi perché vogliamo essere modello», ha affermato Serracchiani.
E al futuro il Friuli Venezia Giulia guarda con positività e fiducia, come testimoniano i numeri ribaditi dalla presidente: «Siamo la prima regione in Italia per il numero di contratti a tempo indeterminato, con un più 83,4 per cento, la seconda del Nordest per quanto riguarda le esportazionia».
Ma, ha concluso Serracchiani, restiamo «una terra straordinaria, accogliente, generosa che non ha paura della sua storia e che guarda con grande coraggio al futuro». Futuro che non dovrà serbare troppe preoccupazioni sul fronte dell'attacco all'autonomia, secondo il presidente del Consiglio regionale Franco Jacop: la specialità non è in discussione.
«La riforma costituzionale prevede una modifica nel riparto delle competenze tra Stato e Regioni - ha dichiarato il presidente dell'assemblea del Fvg -; per le regioni a statuto speciale, oltre a essere confermate, si prospetta un percorso partecipato e condiviso nella logica revisione degli statuti autonomi».
In merito alla protesta messa in scena dagli autonomisti, rimasti per tutta la durata dell'intervento di Renzi fuori dal teatro sventolando le bandiere del Friuli, Jacop ha commentato sottolineando come queste manifestazioni possano trovare legittimità in un momento di confronto.
«La protesta esprime preoccupazione - ha evidenziato il presidente - affinché vi sia un attento confronto e una preparazione adeguata a quello che sarà un momento di dibattito che apriremo già nella prossima seduta in consiglio regionale». Una preoccupazione legittima, come richiesta d’attenzione «che però - secondo Jacop - non va drammatizzata».
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