Senato annulla la delibera sul taglio dei vitalizi degli ex parlamentari. Patuanelli: "Marcia indietro è una vergogna"

ROMA. È destinata ad avere ulteriori puntate, con possibili nuovi colpi di scena, la telenovela dei vitalizi dopo la sentenza della Commissione contenziosa del Senato che ha annullato la delibera che tagliava gli assegni retroattivamente agli ex senatori.
Un ricorso in secondo grado contro tale sentenza è assai probabile, mentre non si può escludere che un analogo incidente possa avvenire in autunno anche alla Camera. A sparigliare poi sono gli stessi ex parlamentari che hanno rilanciato la loro proposta di ritirare le delibere con il taglio dei vitalizi e a procedere col contributo di solidarietà, che ha basi giuridiche più solide.
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Il «day after» della sentenza del «tribunale» interno del Senato è all'insegna delle accuse incrociate. Tutti i partiti hanno condannato la sentenza accusando gli altri del misfatto: M5s ha accusato tutti, la Lega se l'è presa con M5s, Giorgia Meloni con il Pd, il quale ha stigmatizzato l'accaduto. Anche la presidente Maria Elisabetta Casellati - ricordando comunque che la sentenza è appellabile - ha sottolineato la propria totale estraneità a quanto accaduto.
Fedriga. Il dietrofront della Commissione Contenziosa del Senato sul taglio dei vitalizi ai parlamentari «è stato un errore. In un momento di difficoltà un messaggio del genere da dare al Paese è un messaggio deleterio». Lo ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, oggi a Trieste a margine di un incontro. Il taglio dei vitalizi, ha ricordato l'esponente della Lega, era doveroso e lo abbiamo votato ma sono ben conscio che con i vitalizi non si risolvono i problemi delle casse pubbliche». Aver detto sì al taglio, ha rincarato, non significa pensare di «risolvere i problemi delle carenze delle risorse per i cittadini». Sorprende, ha concluso, »che ci siano delle forze politiche che si limitano a quello e che poi vanno a svendere gli interessi italiani in Europa senza tutelare il Paese e i suoi cittadini».
Patuanelli. «La marcia indietro sul taglio dei vitalizi ai parlamentari decisa dalla Commissione contenziosa del Senato «è una vergona assoluta». Ora, però, «più che a parole penso vadano messi in atto i fatti». Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, oggi a Trieste, a margine della cerimonia per la firma dell'Accordo di Programma per la Ferriera di Servola. «Tutti - ha sottolineato - a parole dicono di essere a favore della riproposizione del taglio dei vitalizi. Vedremo se nelle prossime settimane, dopo il ricorso alla Commissione di Garanzia che ovviamente faremo, quali saranno le posizioni della Lega e di Fratelli d'Italia in particolare». «Noi - ha aggiunto - non siamo presenti perché - come è noto - come gruppo parlamentare abbiamo avuto alcune defezioni e per le scelte della presidente Casellati, che allora ha limitato la presenza della maggioranza nelle due Commissioni». E «se servirà una norma siamo anche pronti a portarla in Parlamento. La nostra senatrice Paola Taverna ha già espresso il suo favore in tal senso». Le forze politiche, ha poi concluso, «possono decidere di votarla o invece possono continuare solo a chiaccherare».
La Commissione. La Commissione Contenziosa è composta dal presidente Giacomo Caliendo (Fi) che ha votato a favore e dai leghisti Simone Pillon e Alessandra Riccardi (fino a lunedì scorso con M5s), che hanno votato contro; a essere determinanti sono stati i due giuristi esterni, Gianni Ballarani e Giuseppe Della Torre. La sentenza infatti ha uno squisito sapore giuridico rispetto agli aspetti politici, dato che recepisce le sentenza della Corte costituzionale sui tagli delle pensioni. Quelle sentenze ammettevano tagli purché fossero limitati nel tempo, non esagerati, e comunque non retroattivi, tutti elementi invece presenti nelle delibere di Camera e Senato che hanno tagliato i vitalizi agli ex parlamentari.
Paniz. Alcuni ex senatori o loro vedove, si sono visti tagliare dell'86% l'assegno, ha sottolineato Maurizio Paniz, l'avvocato che ha sostenuto i ricorsi. Infatti quando le due Camere nel 2012 abolirono i vitalizi, non procedettero con il taglio retroattivo per evitare problemi di costituzionalità. «Se i 5S - ha polemizzato Mariastella Gelmini - si preoccupassero, oltre che della demagogia da balcone, anche di scrivere bene le norme, non saremmo a questo punto». I più furiosi, ovviamente, gli esponenti di M5s, da Luigi Di Maio a Vito Crimi, passando per il ministro Fabiana Dadone e tutti i parlamentari.
Paola Taverna e il sottosegretario Manlio Di Stefano hanno preannunciato ricorso alla Commissione di Garanzia, il tribunale di secondo grado interno a Palazzo Madama. Serve però che il Consiglio di Presidenza presenti tale istanza, e il ministro Federico D'Incà ha invitato tutti i partiti a sostenere in tale sede il ricorso. Per altro anche la Lega, con Roberto Calderoli e Matteo Salvini ha chiesto tale passo. In commissione di Garanzia siedono cinque senatori: 2 della Lega, 1 del Pd, 1 di Fdi e uno di Fi, il presidente Luigi Vitali.
Se l'istanza rimane sul piano politico non vi sarà problema mentre se prevarranno gli aspetti giuridici l'esito non è scontato. Intanto in autunno si pronuncerà anche il Consiglio di giurisdizione della Camera che ha già bocciato parzialmente la delibera dell'ufficio di Presidenza di Montecitorio, e non si può escludere un altro colpo di scena. Una via di uscita la propone l'Associazione degli ex parlamentari con una loro vecchia proposta: via il taglio retroattivo e avanti con il cotnributo di solidarietà a carico dei vitalizi, che risponde ai requisiti della Consulta. Costringendo però in questo modo il MoVimento 5 Stelle a dover abbandonare uno dei propri cavalli di battaglia.
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