Sempre più colf e badanti: tre su quattro sono straniere

UDINE. In Fvg tre lavoratori domestici su quattro sono stranieri. Stando ai dati dell’Osservatorio dell’Inps, in regione nel 2016 lavoravano 16 mila 500 persone come colf (66%) e badanti (44%), ruoli che sono coperti nel 94% dei casi da donne (15 mila 527).
Rispetto al 2015, il Fvg è la prima regione per aumento del numero dei lavoratori domestici italiani con un più 5,1%, mentre il trend nazionale cresce dell’1%. Per quanto riguarda invece i lavoratori domestici stranieri, la nostra è l’unica regione – assieme al Trentino Alto Adige – che registra un aumento (più 53, pari allo 0,4%), mentre a livello nazionale i lavoratori stranieri sono diminuiti del 4,3%.
Quasi la metà dei lavoratori domestici stranieri proviene dall’Europa dell’Est (45%), seguono Filippine (8%) e America del Sud (7%). Secondo i dati dell’ Osservatorio sui lavoratori domestici pubblicato dall’Inps nel 2017, i contribuenti nel 2016 sono stati 866 mila 747, -3% rispetto al 2015.
A livello nazionale oltre l’88% è donna e il 44% viene assunto come badante. Quasi la metà dei lavoratori domestici ha un’età compresa fra 45 e 59 anni.
Le regioni che registrano il maggior numero di lavoratori domestici – come ha spiegato ieri la consulente del lavoro Anna Maria Ermacora – sono la Lombardia (con 157 mila 465 lavoratori, pari al 18%), il Lazio (130 mila 414, pari al 15%), l’Emilia Romagna (77 mila 477 pari al 9%), la Toscana (74 mila 474 pari all’8,6%).
Il costo medio va dai 16 mila ai 18 mila euro l’anno. «Ogni anno quasi 3 mila persone si rivolgono ai nostri 21 sportelli Si.Con.Te., dove si incontrano domanda e offerta di badanti, colf e babysitter – ha spiegato l’assessore regionale al Lavoro, Loredana Panariti –. Per i due terzi l’esito della consulenza è l’attuazione di un contratto di lavoro domestico, per la cui stipula forniamo assistenza contrattuale».
Il resto si risolve con una migliore conciliazione con il lavoro femminile (congedi, agevolazioni): sono soprattutto le donne, infatti, a farsi carico in famiglia delle cure ai parenti.
«A Udine la terza etnia più numerosa, dopo rumeni e albanesi, è quella ucraina – ha riportato il sindaco di Udine, Furio Honsell –. Per lo più donne, che hanno preso il posto dei ghanesi, una volta impiegati in falegnamerie e acciaierie.
Il positivo invecchiamento della popolazione si lega all’urgenza di rispondere ai bisogni di assistenza. Siamo dinanzi a un mutamento demografico mai accaduto finora: quattro generazioni contemporaneamente in vita. A 60 anni accade di occuparsi dei genitori anziani e dei nipotini».
Un’assistenza che deve però essere qualificata, come ha sottolineato l’assessore comunale alle Politiche Sociali Simona Liguori: «Tramite i servizi di prossimità recepiamo l’esigenza di tenere a casa l’anziano, o la persona fragile e malata, non fornendo solo “compagnia”, ma una persona qualificata nella cura della persona. Da poco sono partiti corsi per badanti che si occupano di malati di tumore».
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