Selfie hot fra minorenni in chat: trenta casi l’anno, ora è reato

I teenager si scambiano con leggerezza video e foto sessualmente esplicite. I casi di revenge porn sono una decina e riguardano invece solo gli adulti

Con la nuova legge “Codice rosso”, la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti è diventata un reato, e viene punita severamente: reclusione da uno a sei anni e multa dai 5 ai 15 mila euro. Non è forse altrettanto noto, però, che si tratti di un costume sociale molto diffuso fra i ragazzini.

A Pordenone gli inquirenti hanno ricevuto in media una trentina di segnalazioni ogni anno per casi analoghi dove a diffondere il video hot della fidanzatina o della compagna di scuola agli amici sono stati proprio minorenni. Non per vendetta, ma solo per condividere con gli amici la propria conquista o un selfie osé.

Senonché le immagini intime, scambiate via chat di cellulare in cellulare, sono diventate virali, finché la ragazzina di turnonon si accorgeva di essere oggetto di scherno collettivo. A quel punto scattava la segnalazione agli inquirenti.

Fino a venerdì le denunce finivano con l’archiviazione per i video autoriprodotti e dunque inviati dalla stessa persona offesa al primo interlocutore della catena. Era possibile perseguire soltanto la divulgazione di materiale pedopornografico, ma solo per vittime con meno di 16 anni.

Ora invece è un reato grave. L’articolo 612 ter punisce chiunque dopo averle realizzate o sottratte invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate. La stessa pena si applica anche a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video le diffonde, cede o pubblica senza il consenso di chi vi è immortalato con l’intenzione di arrecargli danno.

La vittima ha tempo fino a sei mesi per sporgere querela. L’ultima fattispecie di reato è la cosiddetta “revenge porn”: la vendetta social che spinge fidanzati respinti a diffondere online scatti e video hot della propria ex ragazza come forma di ripicca. Casistica che dalle denunce raccolte in provincia di Pordenone, però, riguarda solamente gli adulti, di sesso maschile: una decina le segnalazioni pervenute agli investigatori nell’arco di un anno.

C’è molta inconsapevolezza da parte degli adolescenti sull’uso corretto dei social: gli investigatori consigliano alle famiglie di vigilare e di spiegare ai ragazzi i rischi penali nei quali potrebbero incorrere per leggerezza.

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