Seleco ancora “impantanata” Sì al concordato preventivo

Entro il 27 dicembre la proposta ai creditori. L’indebitamento sarebbe di 8 milioni Il presidente dell’azienda Pannella: «Colpa dei ritardi del punto franco a Trieste»
Lasorte Trieste 30/07/18 - S.Dorligo, Wartsila, Nuova Area Interporto di Trieste
Lasorte Trieste 30/07/18 - S.Dorligo, Wartsila, Nuova Area Interporto di Trieste

Seleco spa, la storica azienda di televisori nati a Pordenone e la cui produzione è stata spostata a sorpresa a Trieste, ora ha chiesto e ottenuto l’ammissione al concordato preventivo, ma il presidente Maurizio Pannella non demorde dal progetto-Trieste. Risponde al telefono da Milano, dove è a colloquio con imprenditori cinesi. «L’azienda si trova in temporanea difficoltà, a causa del ritardato inizio della produzione di televisori. Presenteremo al Tribunale una proposta per ristrutturare il debito, che è in gran parte contratto con gli istituti di credito».

«Avremmo dovuto cominciare già in estate in Porto vecchio al Molo III – prosegue Pannella –, ma, per la ventilata trasformazione di quell’area in terminal crociere Msc, abbiamo accettato di trasferirci in uno dei capannoni ex Wärtsilä a Bagnoli, con l’assicurazione che a breve il sito sarebbe stato dotato del punto franco. Però a inizio novembre il punto franco, i doganieri e la Guardia di finanza a Bagnoli non si sono ancora visti». Pannella vuole evitare frizioni con il contesto istituzionale triestino, cui si rivolge invece per ottenere supporto: «Senza punto franco non si parte, perché, proprio allo scopo di conseguire il vantaggio fiscale, abbiamo spostato il progetto da Pordenone a Trieste».

Al governatore regionale Fedriga chiede «la stessa attenzione che altri investitori hanno ricevuto da parte di Friulia». Per il resto, sia pure con lo scostamento temporale dovuto allo scivolone gestionale, Pannella conferma il quadro di numeri ripetuto da un anno a questa parte: assemblaggio di televisori tra i 32 e i 55 pollici, cinquanta milioni di fatturato, cinquanta assunzioni prevalentemente rivolte al reclutamento femminile. Intanto urge uscire dall’impasse di cui la sezione fallimentare del Tribunale triestino ha preso atto venerdì 26 ottobre, dietro ricorso preparato dall’avvocato Paolo Stern, concedendo a Seleco spa tempo fino al prossimo 27 dicembre per depositare in cancelleria una proposta rivolta ai creditori, come contemplato dalla legge fallimentare.

La sezione, presieduta da Riccardo Merluzzi, ha inoltre nominato Giovanni Turazza, che di recente si è occupato di una parte del crac Cividin, commissario giudiziale con funzioni per ora non gestionali. Entro il 9 novembre Seleco dovrà portare in Foro Ulpiano una relazione sulla situazione patrimoniale, economica, finanziaria della società. Seleco è seguita, sotto il profilo industriale e legale, da Al Consulting Network e da Hoogan Lovells. La procedura concordataria s’innesta nella continuazione diretta dell’attività aziendale. Secondo quanto riportato da “Milano Finanza”, ad agosto è stato raggiunto un indebitamento di 8,4 milioni, che sarebbe stato provocato dalle spese di sponsorizzazione e dal crollo dei ricavi da 12,5 a 1,1 milioni. —

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