Scuola mosaicisti, in pensione la prof Evelina Della Vedova

LA STORIA
Con la consegna di una pergamena, la Scuola mosaicisti del Friuli di Spilimbergo ha voluto salutare la maestra Evelina Della Vedova, docente di mosaico, da lunedì scorso in pensione. Non sono mancati i ricordi di esperienze professionali vissute assieme.
Il presidente dell'istituto di via Corridoni Stefano Lovison, il direttore Gian Piero Brovedani, il corpo docente e lo staff amministrativo si sono stretti attorno alla maestra Evelina per esprimerle gratitudine. Molti insegnanti sono stati suoi allievi: da lei hanno appreso non solo le tecniche, ma anche la tenacia e la passione che da colleghi hanno ritrovato e condiviso nelle varie “avventure” didattiche e creative.
Evelina Della Vedova si era iscritta alla Scuola Mosaicisti del Friuli nell’anno formativo 1978-1979. Fare mosaico allora non era considerato lavoro per donne, ma le cose stavano cambiando ed Evelina voleva comunque provarci. Era finita casualmente a visitare la Scuola di Spilimbergo e se n’era innamorata. Aveva scelto, davanti a quei mosaici che la attraevano e nel contempo la spaventavano, il suo futuro, chiedendosi se mai un giorno sarebbe stata anche lei in grado di realizzarli. Una sfida che la maestra Della Vedova ha saputo cogliere al volo grazie soprattutto alla sue innate capacità: l’interesse per il disegno e per l’arte hanno trovato nell'istituto spilimberghese un indirizzo. Quelli da allieva mosaicista sono stati per lei anni di impegno e lavoro, ripagati con la soddisfazione dell’apprendimento e degli ottimi risultati raggiunti.
Rientrata alla scuola come insegnante, dopo una serie di esperienze lavorative fuori regione, Evelina ha curato per oltre un ventennio la formazione di numerosi mosaicisti provenienti da ogni angolo del mondo. Al momento della consegna della pergamena ha dichiarato la propria riconoscenza nei confronti dell’istituto che le ha dato «la possibilità, prima come allieva e successivamente come insegnante, di crescere professionalmente e di trasmettere alle nuove generazioni l’amore per l’arte musiva». —
G.Z.
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