Scritte e degrado nel centro di Udine, la protesta dei residenti

Tra i negozianti c’è chi ha acquistato tutto il necessario per ripulire i graffiti. I cittadini chiedono all’amministrazione comunale più controlli in centro

Elisa Michellut

A Udine alcune scritte sono lì ormai da mesi, altre sono comparse qualche settimana fa, dopo i cortei di protesta, mentre le ultime in ordine cronologico, quelle in via Vittorio Veneto e in via Manin, risalgono alla notte tra venerdì e sabato.

Alle frasi contro i partiti politici, si aggiungono quelle pro Palestina e non mancano i disegni di writer in cerca di una superficie libera, che su certi edifici ormai scarseggia. I primi a mostrare insofferenza per l’aspetto poco decoroso del centro sono i commercianti.

Scritte e graffiti sui muri di case, palazzi e negozi: il centro di Udine ostaggio dei writer

«Purtroppo il degrado richiama altro degrado – commenta Paolo La Martina, titolare della tabaccheria La Martina di via Vittorio Veneto –. Il rischio è che la situazioni peggiori. Qui siamo in centro eppure la sera, quando i negozi abbassano le serrande, la gente non esce di casa. Dalle 19 in poi c’è una sorta di coprifuoco. Oltre alle scritte c’è anche il problema della scarsa illuminazione».

Alcuni negozianti hanno provato a rimediare da soli. «Ho provveduto autonomamente – le parole di Giuseppe Folegotto, titolare di Dolci Cose di Folegotto –. Anche se non sarebbe compito mio ho acquistato un apposito liquido per smacchiare, peraltro molto costoso, e, assieme a un residente, ho ripulito le colonne, che, soprattutto dopo l’ultimo corteo, erano davvero indecenti.

Tra via Aquileia e via Vittorio Veneto sono almeno una quindicina le scritte volgari comparse nelle ultime settimane. È un problema di decoro urbano sotto gli occhi di tutti». Andrea e Marina Riccardi sono fermi davanti a una vetrata imbrattata con la vernice bianca. «È un vero peccato vedere una delle vie più belle di Udine ridotta in questo modo.

Molti negozi sono sfitti e queste scritte danno l’impressione di una zona trascurata. Udine è una città bellissima, che non merita un simile trattamento». Antonio Scar, ex finanziere in pensione, scuote la testa mentre osserva una scritta sulla vetrata di un negozio sfitto ormai da tempo. Siamo sempre in via Vittorio Veneto.

«Tanto nessuno farà nulla – afferma sconsolato –. Chi compie questi atti vandalici evidentemente sa già che la passerà liscia. C’è un degrado diffuso anche in centro città. Fa male vedere queste volgarità e l’aspetto peggiore è che pochi ormai ci fanno caso perché sono talmente diffuse da passare inosservate agli occhi di molti residenti».

Ci spostiamo in via Manin, dove Raffaele e Sara Romanelli stanno passeggiando assieme al loro bimbo. «I cittadini devono farsi sentire e denunciare queste cose – dicono mentre guardano la scritta “Free Palestine” sul muro dell’ex Fondazione –. I bambini devono essere sensibilizzati fin da piccoli proponendo attività sull’educazione civica al fine di insegnare loro il rispetto nei confronti dell’ambiente e della loro città. Dobbiamo anche lavorare per far diventare questo problema un tema di discussione».

In via Cavour incontriamo Sergio Minatti, udinese, che sta indicando le colonne davanti al punto vendita Snipes. «Non è giusto che a pagare siano sempre i cittadini – dice –. È ora di finirla. Devono essere gli autori di questi atti vandalici a risarcire la comunità».

Dello stesso avviso Maddalena Damaso, che spiega: «Ci sono palazzi appena sistemati che tempo ventiquattr’ore vengono già imbrattati. Sembra fatto apposta. Assurdo. Ci vogliono pene più severe e controlli accurati in tutta la zona del centro storico. Fa male vedere una città così bella “maltrattata” in questo modo. Abbiamo l’impressione che la situazione stia sfuggendo di mano». Anche secondo Claudia Rodriguez è necessario potenziare i controlli.

«La città è più trascurata rispetto al passato. Borgo stazione è ormai fuori controllo ma anche la zona del centro storico avrebbe bisogno di più attenzione». Mehdi Dibrani, titolare di Adoro Cafè, e Simone Romanelli, responsabile del locale di piazza Venerio, chiedono più sorveglianza. «La sera gira gente poco raccomandabile – spiegano –. Vorremmo poter sentirci più tranquilli quando, dopo una certa ora, chiudiamo il locale».

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