Scomparsa la contessa Ovio-Panigai

Pravisdomini, aveva 82 anni. Per molto tempo ha lottato allo scopo di mantenere l’integrità del piccolo borgo

PRAVISDOMINI. Ha lottato sino all’ultimo per l’integrità del piccolo borgo di Panigai, che tanto rappresenta per il territorio di Pravisdomini, opponendosi anche a interventi che, negli anni passati, hanno provocato reazioni contrastanti. È morta Gioiella Ovio Rambaldo Panigai, 82 anni, discendente dei conti Panigai, proprietari della villa settecentesca sorta su quello che era un castello medievale.

È deceduta domenica sera, all’ospedale di Motta di Livenza, per un’insufficienza respiratoria. Lascia nel dolore la sorella Graziana, che abita a Udine, e altri parenti. Oggi, martedì 16 febbraio, alle 19, il un rosario nella chiesa di Panigai, dove mercoledì, alle 15, sarà celebrato il funerale, partendo dall’abitazione in via Castello.

Era figlia di Nino Ovio, avvocato, e della contessa Emma di Panigai, l’ultima erede del ramo dei Panigai proprietari dell’antica villa (il cosidetto “palazzo rosso”, sempre in centro alla frazione, è di proprietà di un altro ceppo della famiglia).

Abitava proprio a palazzo Panigai Ovio, nel cuore del borgo: una dimora settecentesca che sorge su una villa cinquecentesca, a sua volta edificata sul castello medievale costruito nel XII secolo, a salvaguardia dei confini occidentali del Patriarcato di Aquileia.

Muri che custodiscono una storia di quasi mille anni. Gioiella Ovio era vedova di Sergio Rodella, conosciuto per aver gestito un noto ristorante ad Azzano Decimo, poi un altro a Concordia Sagittaria. I parenti la ricordano come una donna dalla forte personalità.

Aveva studiato giurisprudenza, insegnato e dimostrato, ispirata dalle miniature medievali, la sua grande abilità di decoratrice su vetro. Una donna che aveva un grande senso della storia, soprattutto della famiglia dei conti Panigai, una delle due più importanti – con quella dei Frattina – a livello locale.

Ogni anno, per due volte, apriva al pubblico le porte di palazzo Panigai Ovio e ai suoi tesori per “Castelli aperti”, in quanto facente parte del Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Fvg.

Il merito di Gioiella Ovio è stato quello di mantenerlo intatto a 300 anni fa, con l’aspetto di una villa veneta ma con l’impianto di un castello medievale, pur tra i problemi di conservazione. L’ha curato con passione e sacrifici, consapevole di quanto fosse importante come testimonianza storica per Pravisdomini.

Le cronache registrano anche un furto rilevante di quadri, stampe e numerosi mobili, per il valore di cento milioni di lire. Due mesi dopo la refurtiva fu notata esposta alla fiera del mobile di Pordenone: Gioiella Ovio, avvisata, arrivò sul posto e chiamò i carabinieri, recuperando così quanto le era stato rubato.

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