Scivola sul ghiaccio e cade per 300 metri: muore sotto gli occhi della compagna. Ecco chi è la vittima

ANDREIS. Una disattenzione, una banale scivolata in montagna, ha posto fine ieri intorno alle 15.30 alla vita di Daniele Martinis, 48 anni, precipitato sul greto di un torrente sotto gli occhi della fidanzata Alessandra.
La tragedia è avvenuta lungo il sentiero 976 che da Andreis, attraverso Forcella Antracisa, conduce al Bivacco Dall’Asta. L’escursionista è scivolato a quota 1.400 di altitudine su un tratto di sentiero ghiacciato pochi metri prima di raggiungere il bivacco, nonostante calzasse i ramponi ai piedi.
Purtroppo nella caduta ha preso subito velocità in un tratto ripido e ha imboccato un canale che sfociava su un salto di rocce, finendo senza vita trecento metri più sotto sul greto del torrente.
Alessandra, che era insieme a lui, poco più indietro, sullo stesso sentiero, ha chiamato i soccorsi sotto choc. Sul posto è stato inviato l’elisoccorso del Suem di Pieve di Cadore, che ha effettuato una prima perlustrazione senza riuscire a individuare la donna. In una seconda rotazione ha imbarcato due tecnici del soccorso alpino di Maniago dal campo base e con il loro aiuto si è riusciti a localizzare prima Alessandra e poi Daniele. Dall’elicottero si è calato il tecnico di elisoccorso con il medico che non ha potuto far altro che constatare il decesso.
A quel punto, reimbarcato il medico, dal velivolo sono stati calati i due tecnici del soccorso alpino che hanno provveduto a preparare la salma per il recupero, mentre l’elicottero ha recuperato Alessandra per riportarla, intorno alle 17, al campo base ad Andreis.
Daniele Martinis era nato a Cordenons da genitori di Ampezzo Carnico. Si era, poi, trasferito ad Andreis, dove la compagna Alessandra aveva trovato impiego alla Locanda Al Vecje For. Lui, invece, dopo trascorsi alla Amway nel settore degli integratori, collaborava con le officine meccaniche. Dalle scalate allo sci alpinismo alla corsa in montagna, amava la libertà e lo sport e aveva partecipato a Magraid, Trail delle Orchidee e tantissime altre ultra maratone e competizioni sulla lunga distanza.
Il fratello maggiore Fabrizio, noto rallysta, lo ha ricordato così: «Era un “cavallo pazzo”. Oltre che a piedi andava veloce anche in auto e in molti sostenevano che andasse più forte di me. Purtroppo questa volta l’ha fatto in un modo che non avrei mai voluto».
Commosso anche Michele Roveredo, presidente dell’Asla: «È stato presente – lo ha ricordato – alle nostre manifestazioni e avevamo tanti progetti insieme. Davvero un grande dolore».
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