Scivola in bagno e batte la testa Muore una studentessa di 17 anni
L’ha trovata il padre, stava pulendo la vasca dopo aver fatto la doccia. Forse è stato fatale un malore L’équipe del 118 ha tentato la rianimazione per 40 minuti, la ragazza ha cessato di vivere in ospedale

SACILE. Un malore improvviso a 17 anni: si è sentita male, è scivolata e si è accasciata nel bagno di casa. Non ha più ripreso conoscenza Debora Andrea Olaru e sono stati inutili i soccorsi: è una tragedia, quella che si è consumata lunedì alle 17.40 a San Giovanni di Livenza, in via Strada Alta.
La liceale frequentava il Pujati a Sacile ed è stata stroncata da un malore. Per lei, ogni soccorso è stato inutile e Debora si è spenta all’ospedale di Pordenone, dopo il vano tentativo di rianimazione del personale del 118.
«Il padre Castel è tornato a casa verso le 18 – ha ricostruito il dramma la zia Lucika –. Ha visto che usciva dell’acqua dalla porta, dalle scale: è corso dentro pensando che si fosse rotto una tubatura. Invece ha trovato la nostra piccola Debora in bagno, riversa a terra. L’acqua scorreva e non dava segni di coscienza: ma era ancora viva». Il padre ha chiamato il 118. «Debora stava pulendo la vasca dopo la doccia – ha continuato Lucika –. Era molto ordinata, credeva nella disciplina e l’ipotesi è quella che possa essere scivolata a terra. Forse ha battuto la testa: vedremo il risultato degli accertamenti».
Si è spento il suo sorriso per sempre: Debora Olaru ha lottato per vivere, ma non ha più ripreso conoscenza. L’équipe dei soccorsi ha effettuato per 40 minuti il tentativo di rianimazione cardiopolmonare, nella corsa da Sacile all’ospedale di Pordenone. Tutto inutile.
«La madre Nicoletta, che è assistente sociale a domicilio, è sotto choc, distrutta dal dolore e le stiamo vicino come possiamo – ha continuato Lucika –. Non abbiamo ancora visto la nostra Debora: era nata in Italia il 10 aprile 2000, ha studiato nelle scuole di Sacile e amava la vita con tutto il cuore. Non sarà facile per noi continuare senza Debora».
Nella casa di San Giovanni di Livenza c’è la solidarietà dei parenti, amici e dei vicini di casa. «Non riuscirei a sopravvivere alla morte di un figlio – ha detto la mamma di una compagna di classe di Debora –. Siamo vicini al dolore di questa famiglia colpita così duramente». Gli amici, insegnanti e compagni di classe sono tanti che chiedono informazioni, per continuare a sperare, per un saluto. «A raccontare chi fosse Debora non basta una frase di cordoglio – dice la zia –. Era una ragazza eccezionale. Aveva una vitalità contagiosa, tanti amici, era appassionato di musica. Voleva vivere e studiare». Le lacrime della zia e il dolore condiviso. «È un calvario improvviso – è il sentimento espresso da alcuni vicini di casa –. Ieri la notizia si è sparsa in poco tempo e tutta la comunità cdi San Giovanni di Livenza si stringe intorno a questa famiglia colpita da un lutto così grande».
«Non sappiamo quando le daremo l’ultimo saluto – ha concluso la zia Lucika –. I funerali nella chiesa di Francenigo, che è parrocchia di riferimento».
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