Sciopero dei cuochi, chiusa la mensa: i vigili del fuoco restano senza pasto

I cuochi, sottopagati, scioperano e da sabato 23 giugno, i vigili del fuoco sono senza il servizio mensa. Potrebbe sembrare un problema da poco, ma per i pompieri il fatto di non poter usufruire della mensa è grave. A differenza di altri settori, per loro la consumazione del pasto è un diritto-dovere: il contratto prevede che chi non mangia non può essere considerato operativo.
Fino a lunedì i vigili del fuoco di Udine – circa 16 nei fine settimana quasi sessanta durante la settimana (ci sono anche gli amministrativi) – si arrangeranno: «Chi porterà qualcosa da casa, chi ordinerà una pizza chi si farà una pasta in caserma», spiega Cesare Palmucci coordinatore della Cgil Fvg funzione pubblica. «Lunedì – aggiunge il comandante provinciale dei vigili del fuoco, l’ingegner Alberto Maiolo – vedremo di trovare una soluzione».
Per comprendere meglio cosa sta accadendo al comando di via Popone bisogna fare un salto indietro al primo governo Berlusconi. «Il servizio mensa esternalizzato nelle caserme dei vigili del fuoco è stato pensato una ventina di anni fa – spiega Renato Chittaro della Cgil funzione pubblica –, ma nel modo sbagliato. La mensa, da noi, non può avere orario. Non ci si mette in fila dalle 12 alle 13 e poi si torna al lavoro, perchè l’intervento può capitare in qualsiasi momento. Succede quasi quotidianamente che dobbiamo lasciare il piatto sul bancone perchè suona l’allarme. Quindi così com’è è inutile. Ma il problema – continua Chittaro – è anche un altro e in questo caso riguarda anche chi lavora in queste cucine. Il costo di un pasto doveva essere di 7 euro e in quei sette euro ci dovevano stare il costo del cibo più le spese, cioè il costo del personale. Un primo, un secondo, un contorno e una bibita più il costo del personale in 7 euro! È evidente che nessuno ci può stare dentro. Ma adesso arriva il bello: i governi successivi nel rinnovare gli appalti hanno chiesto di farlo al ribasso a scapito di quello che mangiamo – e si badi che il vigile del fuoco deve per contratto ingerire determinate calorie – e di chi confeziona i pasti. Un tanto per dire che se oggi e domani saremo senza pasti la colpa non è di chi lavora in quelle mense, anzi siamo solidali nei confronti di quei lavoratori. E neppure del Comando, ma di chi insiste con questi appalti al ribasso e di chi vuole anche guadagnarci sopra».
Marco Del Fabbro della Fns Cisl: «Quello del personale di mensa è una protesta verso la ditta appaltatrice. La “Ellior”, vincitrice dell’appalto, non sta erogando da tempo gli straordinari alle cuoche della caserma dei vigili del fuoco di via Popone. Contestano anche la poca chiarezze nelle buste, tanto da portare le lavoratrici a rivolgersi ai sindacati. Per i vigili il fatto di non poter usufruire del servizio mensa è molto grave. I contratti parlano chiaro: chi non mangia non può essere considerato operativo. Per questa volta tutti al comando sono disposti a fare un’eccezione arrangiandosi in altro modo purchè le cuoche, con la loro battaglia, riescano a far valere i loro sacrosanti diritti di lavoratrici. Speriamo tutto torni presto alla normalità».
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