«Schifo di città», sui social è boom di botta e risposta

È stata la “poesia” più rilanciata sui social, negli ultimi due giorni: si intitola “che schifo Pordenone”. Fa un elenco di cose che funzionano e di cui ci si lamenta: un posto in asilo, mentre...

È stata la “poesia” più rilanciata sui social, negli ultimi due giorni: si intitola “che schifo Pordenone”. Fa un elenco di cose che funzionano e di cui ci si lamenta: un posto in asilo, mentre altrove ci sono le liste d’attesa, parchi a portata di mano, «la sera posso uscire tranquilla senza paura, mentre in altre città potrei essere rapinata o violentata», vincoli che non puzzano di pipì, tutto a portata di bicicletta, lettura di favole in biblioteca due volte la settimana, cinema multisala a 5 euro in centro, acqua potabile, multipiano a 100 metri dal centro a 40 centesimi, bambini che giocano nelle piazze, un polo universitario d’eccellenza, dai tre ai cinque dibattiti a settimana. E per finire: «Che schifo Pordenone: è una delle città con la percentuale di raccolta differenziata più alta d’Italia. Preferisco lasciare il futuro di mio figlio nella merda». Questo post “gira” tra i sostenitori di Daniela Giust. Tra quelli di Alessandro Ciriani, la replica: “Pordenone è bella davvero. Ma è stata amministrata magnificamente dal centrosinistra (e qui scherzo)”. Ecco perché: medici e infermieri scappano dall’ospedale, il pronto soccorso è sempre vuoto e infatti ti visitano in pochi minuti; meglio spendere 1,4 milioni in asfaltature elettorali che per Casa Serena dove ci sono camere senza bagno e caldaie distrutte; consorzio universitario così ricco che le rette vengono versate direttamente a Udine; quartieri collegati dalla linea rossa sempre carica, veloce e frequente; piazze così animate che tocca interrompere la musica a mezzogiorno; affascinante la Risorgimento «con i suoi angoli mutietnici», centri commerciali come a Las Vegas, parcheggi blu con i prezzi di Cortina, viabilità, rotonde, piste ciclabili «fantastiche, dopo tre cambi».

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