Schiave del sesso vicino al tribunale
Spacciate per massaggiatrici, erano prostitute: due arresti, uno dei covi vicino al palazzo di giustizia
Rende più il massaggio del “mattone”, se Claudio Cendret, 60 anni pordenonese, ex rivenditore nel settore edile, e la sua compagna Xiu Yun Yang, 45enne cinese, vi si erano dedicati partecipando ad un’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
Ma l’affare ora si è concluso: entrambi sono stati arrestati e accompagnati in carcere a disposizione dei magistrati. L’anello pordenonese composto da Cendret e Yang era parte di una ben più lunga catena che peraltro la squadra mobile della questura di Pordenone aveva individuato da tempo e, in parte, anche iniziato a smantellare.
Poi però le indagini in provincia si erano intrecciate con quelle di un’altra questura, quella di Firenze, anch’essa a caccia di questa organizzazione criminale che aveva come scopo lo sfruttamento della prostituzione e che per raggiungerlo non si faceva scrupolo di “reclutare” con la violenza, le sevizie, il sequestro di persona, le donne da far prostituire.
Per consentire all’inchiesta in corso di concludersi, com’è accaduto tra giovedì e ieri, con un bilancio di 17 arresti, 14 cittadini cinesi e tre italiani, i due residenti in città sono stati tenuti sotto stretto controllo, in attesa di poter chiudere il cerchio e sgominare definitivamente la banda.
Quattro le prostitute che esercitavano negli appartamenti dell’area pordenonese, a Roveredo, a Rorai, nel quartiere di San Lorenzo e persino in viale Martelli, in un edificio situato a due passi dal tribunale. Le donne, fermate nel corso dell’operazione scattata ieri in città, erano tutte cinesi e una di loro, risultata essere già stata destinataria di un provvedimento emesso dal questore alla scadenza del permesso di soggiorno, è stata arrestata.
Le indagini erano partite un anno fa sottoforma di controlli sui contenuti di inserzioni comparse su giornali di annunci gratuiti che offrivano prestazioni apparentemente innocue, come i massaggi, ma che nascondevano invece ben altre attività.
Attraverso verifiche, intercettazioni (ben 200 mila), pedinamenti, gli agenti della mobile pordenonese avevano individuato le signorine che si prestavano a garantire relax utilizzando altro oltre alle mani, ma anche i due coordinatori del giro di prostituzione, e i locali in cui gli incontri avvenivano. Poi il blitz, con perquisizioni e arresti.
I poliziotti hanno recuperato dagli appartamenti un numero considerevole di preservativi e 8 mila euro in contanti, l’incasso di un paio di giorni di attività. Claudio Cendret è stato quindi condotto al Castello mentre la convivente è stata trasferita nel carcere femminile di Trieste.
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