Schiaffo alla Sagra dei Osei: "Esempio di malcostume"

Il Piano nazionale di attività anti-bracconaggio mette all’indice la storica “Sagra dei Osei” di Sacile, che dopo le proteste a ogni edizione da parte degli animalisti, adesso viene additata quale esempio di malcostume civico

UDINE. Il Piano nazionale di attività anti-bracconaggio mette all’indice la storica “Sagra dei Osei” di Sacile, che dopo le proteste a ogni edizione da parte degli animalisti, adesso viene additata nel documento quale esempio di malcostume civico. Una “sberla” che la locale Pro Loco non ha gradito: preso il documento, la presidente Franca Busetto l’ha spedito all’Associazione nazionale uccellatori, spallata abbastanza – a dir suo – per portare avanti eventuali azioni. Nel caso anche legali.

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Per i sacilesi è inaccettabile che l’antica festa – giunta quest’anno alla sua 743ª edizione – sia additata come un cattivo esempio. Per almeno due ragioni. A spiegare la prima è il sindaco Roberto Ceraolo: «Di sagre tipo la nostra pullula tutto il nord Italia e c’è una ragione. Si tratta di un appuntamento tradizionale, testimonianza di come un tempo la gente faceva incetta di proteine». Appunto, uccellando. Almeno finché la legge non ha bandito la pratica venatoria senza però cancellarne la memoria che si tramanda da una sagra all’altra.

Perché Sacile – ha ragione Ceraolo – è in buona compagnia. Feste con mostre ornitologiche se ne trova a ogni piè sospinto in Friuli (e non solo). Da Brugnera a San Quirino, da Osoppo a Tricesimo. Per il piacere di grandi e piccini. Gli ultimi imparano a conoscere uccelli che un tempo erano patrimonio di tutti, i primi acquistano quel che in natura (pena salate contravvenzioni) non possono più prelevare. Così è a Sacile, ma nemmeno sempre, visto che alla recente Festa di primavera – correva il 2 aprile – la mostra ornitologica alla fine è pure saltata.

«Colpa dell'aviaria», spiega la presidente che si è presto consolata: «I numeri ci hanno dato ragione. Di gente ne è arrivata lo stesso. Per i fiori, per il clima di festa». «Stiamo facendo un grande sforzo per portare le nostre fiere, quella primaverile come quella tradizionale degli Osei di agosto, ad essere sempre più dedicate all'ambiente – continua Busetto –. La Pro Sacile ci lavora da anni senza dimenticare l’origine di tutto: la festa all’inizio era dedicata a San Lorenzo ed esponeva animali domestici, solo in seguito è passata ai volatili».

«Sessant'anni fa gli uccellatori venivano a comprare il vischio» ricorda Busetto con un pizzico di malinconia presto scacciata perché come detto la Pro Sacile si è adeguata ai tempi, rimodellando la festa, da evento per i cacciatori a evento per tutti. «Caratterizzato da una spiccata sensibilità per i temi legati alla natura, alla sostenibilità ambientale, all’educazione delle giovani generazioni.

Non è semplice cambiare 740 anni di tradizione ma ci stiamo provando, senza rinnegare il nostro passato: gli uccelli restano – avverte la presidente – anche perché la gente ormai non li conosce più. Sacile è l’occasione per far sì che possano vederli, ascoltarli, ossevarli anche i nostri bambini».

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