Scherzi degenerati a San Quirino I giovani sui social: niente insulti

SAN QUIRINO. Ha rischiato di degenerare il sabato dello scherzo ai diciottenni di San Quirino, che ha preceduto la festa della cuccagna di domenica, nell’ambito della sagra della Madonna della Salute.
Troppi e troppo agitati, secondo il vicesindaco Maurizio Tomizza, che presidiava assieme a un gruppo di alpini, i giovani di ogni età che si sono riuniti in piazza, tra la mezzanotte e le cinque, per assistere agli scherzi che tradizionalmente i diciottenni dell’anno precedente fanno ai neodiciottenni.
A un certo punto Tomizza ha perso il controllo della situazione e ha chiesto aiuto alla radiomobile dei carabinieri di Sacile. Si era arrivati a punte di 300 persone. «Verso l’una di notte – ha riferito – il clima ha iniziato a scaldarsi con cori e insulti nei nostri confronti».
Giunti sul posto, i carabinieri hanno chiesto rinforzi ai colleghi di Prata di Pordenone. «A quel punto – ha proseguito Tomizza – i ragazzi si sono calmati». Nella confusione sono però volate delle offese anche ai militari dell’arma da parte di tre giovani di San Quirino, probabilmente euforici a causa dell’alcol, che sono stati portati in caserma a Sacile e denunciati.
Tomizza, oltre a ringraziare i volontari e le forze dell’ordine, ribadisce che «l’amministrazione non intende togliere le tradizioni, ma dimostrare che per divertirsi non servono scherzi pesanti o atti vandalici».
I giovani non ci stanno a passare per quelli che hanno cercato di rovinare una tradizione cara a loro per primi e, nella pagina Facebook “Il sabato dello scherzo”, si sono arrabbiati. Ieri sera hanno anche organizzato un “summit” tra loro. «È vero che i toni erano accesi – ha raccontato una ragazza del 1994 – ma soltanto all’inizio perché cercavano di impedirci di fare gli scherzi e poi per incitare i diciottenni a pulire. Non abbiamo insultato nessuno, né la situazione è stata drammatica. Con i carabinieri c’è stata grande collaborazione. Abbiamo spiegato loro le nostre ragioni e ci hanno capiti».
I tre portati in caserma nulla centravano dunque con i coscritti impegnati negli scherzi. «Noi eravamo solo una trentina tra ventenni e diciannovenni – ha fatto sapere la giovane – e abbiamo sporcato la piazza di bambù e paglia, non l’abbiamo affatto imbrattata. I tredici del 1995, com’è usanza, l’hanno poi ripulita prima dell’alba». (m.bi.)
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