Savorgnano tra leggenda e storia

Ecco il tema “Savorgnano tra leggenda e storia” di Valentina Cossettini, vincitrice del primo Premio Sguerzi organizzato dall'Istituto Marinoni, in c9ollaborazione con la redazione Scuola, in ricordo della figura dell'ex preside della scuola il cui ricordo è rimasto indelebile.
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Incorniciato da floridi vigneti si trova uno dei paesi più belli della fascia collinare del Friuli e della valle del Torre. Savorgnano del Torre è una delle principiali frazioni del comune di Povoletto ricco di storia antica e medioevale, tradizioni culturali e sociali. Passeggiando tra le strade, i vicoli e i sentieri si possono scorgere ancora oggi edifici del tempo passato. In mezzo alla vegetazione boschiva si possono trovare i resti di quello che un tempo fu il Castello della Motta, le cui origini più remote vengono fatte risalire all’epoca romana. Il maniero che si ergeva sull’altura della Motta vicino allo scorrere impetuoso del torrente Torre godeva di una posizione davvero dominante sull’intera pianura friulana centrale e soprattutto su Udine distante poche miglia.
La fortificazione fu sede della potente famiglia Savorgnan, i quali erano i veri e propri “signori dell’Acqua”, che passava per le loro terre e che quindi essi potevano direttamente controllare, gestire e anche togliere con “tagli” delle chiuse roiali.
I conti Savorgnan si attribuirono il titolo di “Gestaldi delle roggie”, per questo essi ebbero un’eminente influenza su Udine, che ingaggiò varie battaglie contro il nobile casato. La loro fortuna restò tale finché nel 1345 il castello cadde nelle mani del conte di Gorizia, il quale si disinteressò di rifortificarla per questo nel 1511 a causa di un terremoto venne distrutto.
Alcuni anziani del paese ricordano che in alcune storie si narra di un passaggio segreto sotterraneo che collegava il Castello alla Villa Savorgnan. Questa prende il nome proprio dai Conti Savorgnan, i quali verso la metà del XV secolo decisero di costruirla come dimora estiva.
Oltre che da abitazione, la villa fortificata era sede dell’amministrazione del potente feudo, ai lati sono ancora ben visibili le due torri che fungevano da prigione.
Nei pressi si trova una piccola chiesetta dedicata a Sant’Annunziata, al cui interno ( è ormai ridotta in pietose condizioni) si trova una pala d’altare che raffigurava l’Annunciazione. Una delle cose interessanti è senza dubbio la leggenda locale che vuole che la storia di “Romeo e Giulietta”, narrata da Shakespeare sia realmente accaduta a Savorgnano.
Si narra infatti che l’opera sia stata in realtà realizzata da Luigi da Posto, uno scrittore italiano, che scrisse la storia di due innamorati chiamati proprio Romeo e Giulietta, ambientata tra le colline di Savorgnano. Alcune teorie documentate danno invece al racconto un carattere più autobiografico, per cui dietro Romeo e Giulietta si celerebbero le figure di Luigi da Posto stesso e della cugina Lucina Savorgnan, la quale abitava proprio nella villa. A pochi passi si può ammirare la Villa Mangilli, risalente al XVIII secolo, appartenuta in passato alla famiglia Di Lena, grossi imprenditori nel settore della concia delle pelli. Nella biblioteca della Villa sono presenti pitture ottocentesche che nascondono affreschi più antichi, attualmente appartiene ai Marchesi Mangilli dal 1882. Seguendo un tortuoso sentiero tra i vigneti si giunge al punto più alto di Savorgnano, chiamato “Pecul de Semine”. Qui si è “accolti” da una stele (“La lapide”) con incisi dei versi di una poesia. Una leggenda narra che in occasione della Festa del vino e delle Rose nel 1938, furono sepolte nelle fondamenta della stele svariate bottiglie di pregiato Picolit. Savorgnano non è tutto questo, ma è anche un insieme di persone che continuano a tramandare la cultura e la storia del paese.
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