Sant’Antonio saluta il “suo” parroco

Don Eligio Maset ha retto la parrocchia per 42 anni. Ieri l’ultima messa

PORCIA. Un affetto trasformato in lacrime di commozione e parole dolci e tenere quello trasmesso ieri dalla parrocchia di Sant’Antonio di Porcia al parroco, don Eligio Maset, che dopo 42 anni lascia la guida della comunità cristiana e va a riposarsi alla Madonna Pellegrina.

Intere generazioni hanno trascorso con lui indimenticabili momenti e ognuno ha voluto portare una propria testimonianza. Come quella di un parrocchiano che, senza essersi preparato nessun discorso, ha ringraziato don Eligio: «Sono fiero di essere tuo discepolo».

O come l’ex coro di voci bianche, i cui componenti oggi s’aggirano sui 50 anni, una delle prime iniziative realizzate da don Eligio nel 1972 che ieri si è nuovamente riunito in chiesa per tributare il saluto in musica al loro parroco.

E le lacrime, in quei frangenti, scendevano copiose. Ma don Eligio ha saputo strappare anche qualche risata.

«Don Andrea, che prenderà il mio posto – ha affermato dal pulpito –, ha già il letto pronto in canonica. Arriverà il 21 settembre. Io mi sarei fermato con voi ancora un po’. Ma non me l’hanno permesso. Stasera, (ieri per chi legge, ndr) me toca andar».

Un grazie è stato rivolto anche al Comune per quanto ha fatto a favore della comunità di Sant’Antonio. «Quando sono state costruite scuola e chiesa – ha proseguito don Eligio – il Comune ha fornito le garanzie. Per 35 anni ho pagato le rate, ma ora è tutto a posto, non ci sono debiti».

Don Eligio Maset è arrivato a Sant’Antonio nel 1972, quando non c’era nulla. «È arrivato qui prete giovane, a 36 anni, in una comunità giovane – ha affermato il vicario del vescovo, monsignor Basilio Danelon, nell’omelia –. La sua vita è legata a Sant’Antonio, come la vostra è legata a don Eligio. Ora bisogna perseverare. E Don Eligio, come Mosè si ritirò sul monte, anche lui si ritirerà, ma continuerà a guardarvi».

Il grazie è giunto anche dall’amministrazione comunale con il sindaco Giuseppe Gaiarin e dall’orchestra e coro San Marco, di cui è stato fondatore.

Non è retorica affermare che la chiesa era troppo piccola per accogliere tutti i fedeli che volevano salutare don Eligio: non solo l’interno, ma anche il sagrato era gremito. E lui ha congedato tutti, al termine della celebrazione con un “La messa è finita... ma fino a un certo punto».(l.v.)

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