Santa Maria, una stele ricorda il sacrificio della brigata Catanzaro

SANTA MARIA LA LONGA La comunità di Santa Maria La Longa ha voluto rendere omaggio alla Brigata Catanzaro, che tra il 1915 e il 1917 partecipò ai più duri e sanguinosi combattimenti sul Carso,...

SANTA MARIA LA LONGA

La comunità di Santa Maria La Longa ha voluto rendere omaggio alla Brigata Catanzaro, che tra il 1915 e il 1917 partecipò ai più duri e sanguinosi combattimenti sul Carso, guadagnandosi la reputazione di reparto d’assalto tra i più saldi e valorosi. Con una sobria cerimonia, cui hanno partecipato autorità civili, militari e religiose, rappresentanti di associazioni, molti cittadini e tanti bambini della scuola primaria, alla memoria dei 15 mila fanti calabresi che durante la prima guerra mondiale vennero in queste terre per servire la Patria, è stato dedicata una stele del maestro friulano Giorgio Celiberti, ieri presente assieme allo scrittore Paolo Maurensig, che ha illustrato le caratteristiche dell’opera, e allo storico e giornalista catanzarese Mario Saccà.

Il legame tra la Catanzaro e Santa Maria è dovuto soprattutto ai cinque periodi di riposo dai logoranti turni di trincea che la brigata trascorse fianco a fianco con gli abitanti del paese, cementando amicizie e amori, ma anche dando vita ad un doloroso episodio di rivolta, causata dalla stanchezza della vita in prima linea. Il monumento, come ha detto il sindaco Igor Treleani, «interpreta magicamente quei tragici fatti, è il segno di una comunità che ha il dovere di ricordare, custodire e tramandare la storia del territorio».

A testimoniare «il legame profondo tra due terre di confine, l’estremo Nord e l’estremo Sud del Paese», a Santa Maria c’era anche il vicesindaco di Catanzaro, oniorevole Maria Grazia Caporale, mentre la giunta regionale del Fvg era rappresentata dall’assessore all’istruzione Roberto Molinaro: «Inaugurare un monumento - ha sottolineato - significa rendere memoria al nostro passato e alle nostre radici, ricordare una dimensione della nostra storia, capire che se oggi viviamo in un democrazia dove libertà e solidarietà sono valori acquisiti, lo si deve anche ai sacrifici di allora». Per Molinaro con questa cerimonia si è però reso omaggio anche all’arte e alla cultura, perché autentica opera d’arte è la stele di Giorgio Celiberti, uno dei più grandi artisti viventi. E se dunque «le istituzioni, anche attraverso iniziative come questa, hanno il dovere di trasmettere valori alle nuove generazioni», così il vicepresidente della Provincia di Udine Daniele Macorig, un forte richiamo al presente è venuto dal senatore Ferraccio Saro, che, riferendosi alla crisi attuale, ha parlato di «una guerra moderna, nella quale si confrontano economie, finanze, aree forti che rischiano di indebolirsi e aree deboli che si rafforzano».

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