Sanità, tra quattro anni in pensione il 30% dei medici di famiglia

Tra il 2020 e il 2021 ci sarà una carenza medici di medicina generale. In provincia di Pordenone tra quattro anni andrà in pensione il 30 per cento dei medici di famiglia, ma le scuole di specializzazione ne sfornano circa 900 l’anno in tutta Italia con la difficoltà a coprire i posti che rimarranno liberi.
L’allarme è stato lanciato ieri dal presidente dell’ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Pordenone all’evento formativo sulla previdenza a cui hanno partecipato 170 medici, di famiglia, pediatri, liberi professionisti e ospedalieri. Il corso è stato organizzato dall’ordine nell’ambito della formazione continua dei medici.
Nel suo intervento, il presidente dell’ordine ha lanciato l’allarme per quello che potrà accadere tra qualche anno.
«Negli anni 2020 e 2021 ci sarà un allarme medici – afferma il presidente dell’Ordine Guido Lucchini –. Il sistema andrà in default. Oggi mancano 45 mila specialisti, ma ogni anno ne vengono immessi nel sistema 8 mila e nel giro di sei o sette anni il problema si risolve. Ma nel 2020 mancheranno circa 20 mila medici di medicina generale e siccome ogni anno attraverso le scuole di formazioni distribuite in maniera capillare vengono formai solo 900 medici di famiglia, ci vorranno 25 anni per superare il gap».
In provincia di Pordenone la grande ondata di pensionamenti di medici di medicina generale è prevista nel 2020 con l’uscita di circa 60 professionisti. «Bisogna ripensare il sistema – osserva Lucchini – e fare una seria di politica di programmazione, a livello centrale di Miur».
Un problema quello della carenza dei medici che sta toccando con mano anche la Aas 5: alcuni concorsi per diverse discipline negli ultimi mesi sono andati deserti con la difficoltà a sostituire o anche a incrementare l’equipe come nel caso della chirurgia vascolare.
Nel corso dell’incontro si è parlato anche della situazione previdenziale dei medici sia quelli coperti dall’Enpam, la cassa previdenziale dei medici, sia quelli dall’Inps, i dipendenti ospedalieri.
All’incontro di sabato c’erano anche il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti, e Franco Pagano, presidente nazionale del Fondo sanità.
Sono state messe a disposizione dei medici quattro postazioni per valutare la loro situazione previdenziale.
«C’è anche il tema dei giovani medici che entrando tardi – continua Lucchini – diventerà sempre più difficile per loro avere una pensione congrua un domani. Nel corso dell’incontro sono state illustrare le diverse opzioni per arrivare ad avere un profilo pensionistico favorevole».
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