Sanità e ticket: in Friuli si paga 4 volte di più rispetto al Sud

UDINE. I cittadini del Friuli Venezia Giulia pagano oltre il quadruplo dei siciliani per la sanità. Questione di gestione, di offerta pubblica elevata che non porta a fughe verso il privato, di controlli sui “furbetti” dell’esenzione.
Ma anche di governo del settore, con il Fvg che esercita l’autonomia, di cui gode anche la Sicilia, in modo virtuoso.
I dati emergono dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) sull’esborso procapite per il ticket e mostrano grandi differenze di incasso. La forbice è molto ampia tra quanto si paga nelle regioni del Nord rispetto a quelle del Sud. Una parte meridionale del Paese dove pesano soprattutto le false esenzioni, diffuse, e la crisi. E così i siciliani sborsano in media 8,7 euro procapite per i ticket, i cittadini del Fvg 37,2. La spesa è più alta solo in Valle d’Aosta e a Bolzano. Ma sono, come evidenziato in tabella, le regioni del Nord ad avere conti procapite alti rispetto al Sud.
Le differenze sono molte e anche storiche, sottolinea l’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca. Di esenzioni è pieno anche il Fvg, che tra patologie e reddito, cioè gli ultra 65enni con introiti inferiore ai 35 mila euro annui, conta circa il 65 per cento di prestazioni esenti da ticket.
Che su un milione e 200 mila abitanti significa circa 780 mila persone esenti. «Va detto che da noi i controlli ci sono e funzionano – spiega Telesca –, perché le esenzioni partono da un’autocertificazione, ma vengono verificate su campioni molto alti e ogni anomalia viene incrociata con le forze dell’ordine competenti». Non è la sola differenza.
Ci sono le scelte fatte dalla giunta regionale per pesare meno sulle tasche dei cittadini, dai non applicati super-ticket di 10 euro e per la spesa farmaceutica, fino alla riorganizzazione del sistema. «Noi e la Sardegna (altra regione Autonoma) siamo le uniche che ancora non fanno pagare il ticket sui farmaci, che vale tra i 12 e i 15 milioni di euro l’anno per le casse Fvg, che significa che la Regione non toglie ai cittadini quei soldi, facendosene carico nella spesa sanitaria.
E non sentiamo nemmeno il bisogno di intervenire, perché governiamo bene la spesa. Abbiamo poi eliminato il super-ticket da 10 euro per chi ne fa richiesta e ha un Isee al di sotto dei 15 mila euro annui, una voce di spesa che pesa sul bilancio al di sotto dei 500 mila euro». Ma l’esecutivo ha anche rimodulato la quota di ricetta in base al reddito da zero a 30 euro, come Piemonte e Lombardia, mentre altre regioni, come Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Umbria, hanno rivisto la rimodulazione dai 3 ai 70 euro.
Telesca evidenzia che in regione non c’è una fuga verso il privato, servizio al quale ci si rivolge maggiormente per le analisi più semplici. «Al Sud si fa molto più ricorso al privato – afferma Telesca –, invece va detto che più la sanità pubblica funziona bene, meno c’è ricorso al privato. In Fvg abbiamo convenzionamenti tra i più bassi d’Italia perché abbiamo un’offerta pubblica notevole.
Nel confronto tra Nord e Sud la spesa sanitaria è in continuo aumento perché ci sono sfide costanti alle quali rispondere, dai farmaci alle nuove tecnologie, e quindi è necessario avere un’attenzione costante alla riqualificazione della spesa e all’organizzazione dei servizi».
E poi ci sono i rischi da sprechi e corruzione. La metà del bilancio della Regione è assorbito dalla Sanità (2,6 miliardi). Un fiume di denaro sul quale l’attenzione dev’essere sempre alta. «La sorvegliata è costantemente elevata – aggiunge Telesca –, perché i rischi maggiori vengono dagli sprechi, considerato il sistema molto articolato, e dalla corruzione. Se, insomma, non presti grande attenzione tutti i giorni è facile che la situazione sfugga di mano. Ed è anche questione di buon governo e di buon management, cioè sia politico sia gestionale».
Gli introiti da ticket sono costanti in regione, circa 45 milioni l’anno. Telesca guarda i dati Agenas e non azzarda soluzioni.
«Molte Regioni del Sud sono alle prese con i Piani di rientro e certamente il ministro sa di avere il problema della Sanità a macchia di leopardo. Ogni tanto qualcuno solleva la questione della Sanità in Fvg pagata con i nostri soldi.
A oggi più o meno sborsiamo quanto incasseremmo dallo Stato se ci finanziasse la Sanità, ma la questione è un’altra. Abbiamo una gestione autonoma e questo significa aver fatto e poter fare scelte innovative sotto i profili della gestione e dell’organizzazione che proprio perché autonomi possiamo permetterci», conclude Telesca.
annabuttazzoni
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto