San Vito-Roma in city bike «con un bagaglio di fede»

Fatica, passione e fede. In sella a una city bike Rino Fogolin, 70 anni, sta attraversando mezza Italia, dalla “sua” San Vito al Tagliamento a Roma, per incontrare papa Francesco. E’ partito sabato...
Di Andrea Sartori

Fatica, passione e fede. In sella a una city bike Rino Fogolin, 70 anni, sta attraversando mezza Italia, dalla “sua” San Vito al Tagliamento a Roma, per incontrare papa Francesco.

E’ partito sabato scorso e ieri ha fatto tappa a Collepepe, frazione di Collazzone (Perugia). Il suo obiettivo è arrivare a Roma il 29 agosto, per ritirare, il giorno dopo, il permesso per l’udienza papale di mercoledì 31. Ma anche grazie ai consigli ricevuti lungo il tragitto e all’inattesa compagnia nell’ultima tappa (e in quella di oggi) ha macinato chilometri a tal punto che al momento è in anticipo sulla tabella di marcia. Il ritorno avverrà in treno.

Fogolin, pensionato, in passato ha lavorato come imbianchino e dipendente comunale: prima della quiescenza era il custode dell’auditorium del centro civico Zotti, a San Vito. Alla base della sua impresa c’è l’unione di passione e fede. La prima è quella per il ciclismo, «che da sempre abbiamo in famiglia – ha spiegato –. Mio figlio Lorenzo, quand’era un ragazzo, fu tre volte campione italiano nelle categorie allievi ed esordienti». Per quanto riguarda la fede, «tante vicissitudini della vita mi hanno donato uno spirito da pellegrino».

Ma è la prima volta che il pellegrinaggio avviene in bicicletta, per di più su una simile distanza. «Ho iniziato quando il tempo a disposizione me l’ha permesso – ha continuato –. A piedi, andando nei nostri santuari (Castelmonte, Lussari), poi una lunga camminata in centro Italia, sino ad Assisi». Ora il salto di qualità. «Mia moglie Loredana era preoccupata – spiega Fogolin –, non voleva lasciarmi andare, per fortuna avevo mio figlio era dalla mia parte». Il sanvitese sta percorrendo l’antica via Tiberina, spesso uscendo su strade secondarie. Tappe da 70, 90, 110 chilometri al giorno. Ieri il tragitto da Città di Castello a Collepepe. Con una «bella sorpresa: mi ha raggiunto mio figlio con la famiglia, lui mi ha accompagnato in bicicletta e farà lo stesso anche domani (oggi per chi legge, ndr), quando ho in previsione di arrivare a Sangemini».

Un’esperienza indimenticabile: «La fatica si sente, ora non c’è più pianura e la discesa non compensa mai la difficoltà della salita. Ma c’è gran soddisfazione. Quando mi fermo per le soste, le persone vedono lo zaino e mi chiedono da dove vengo. Si parla. Ho incontrato una persona che aveva fatto il militare a San Vito, un’altra che ha lavorato per l’autostrada vicino a Tarvisio. Assieme a dei piemontesi ho fatto un pezzo di percorso. Si trovano sempre persone che cercano di aiutarti, suggerendo percorsi: si potrebbe affrontare questo viaggio senza programma». Fogolin lambirà anche i territori segnati dal terremoto. Non si fermerà, per non intralciare l’opera dei soccorritori. Pregherà anche per le vittime, di fronte al papa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto