San Paolino, festa per il mezzo secolo della parrocchia

Mercoledì conferenza sull’enciclica “Caritas in veritate” Anche una serie di altri incontri e un grande concerto

Da mezzo secolo, esattamente dal 19 maggio 1963, la parrocchia di viale Trieste è dedicata a uno dei personaggi più straordinari che il Friuli abbia mai avuto: il patriarca Paolino II d’Aquileia (730-802), che fu anche un politico (consulente e missus dominicus di Carlo Magno) e uomo di cultura (maestro di grammatica e musicista), contemporaneo del cividalese Paolo Diacono, scrittore, poeta e latinista. Sotto la guida del parroco don Antonio Raddi le forze attive della comunità di San Paolino (in primis il Centro studi Luigi Sturzo) si sono mobilitate per le celebrazioni che avranno al centro, a partire dal 9 ottobre, un ciclo di conferenze su temi importanti come l’enciclica ratzingeriana “Caritas in veritate”, la famiglia e il lavoro. Le conferenze si terranno nella sala convegni di via Treppo e saranno seguite, in gennaio, da un concerto con musiche composte dallo stesso santo d’Aquileia. Paolino, nato a Premariacco nel 740, venne chiamato da Carlo Magno, re dei Franchi e dei Longobardi, ad Aquisgrana, dove ebbe un ruolo importante nell’integrazione della cultura longobardo-latina con quella alto-germanica. Ruolo che approfondì successivamente quando, nel 787, Carlo Magno gli affidò la cattedra di Aquileia. Paolino trasferì la sede del Patriarcato a Cividale e pose le basi spirituali per quella convivenza pacifica fra latini, slavi e germanici che ha retto per quasi dieci secoli prima che venisse frantumata dai nazionalismi.

Primo parroco della comunità di viale Trieste - ricavata dal raggruppamento di parti di altre tre parrocchie, Carmine, Madonna delle Grazie e Sacro Cuore - è stato don Ugo Modotti, nominato nel dicembre 1962, quando la chiesa non c’era ancora. Dapprima le funzioni si tennero in una cappella provvisoria, che venne benedetta dall’arcivescovo Zaffonato il 12 maggio 1963. La chiesa vera e propria, dalla caratteristica pianta esagonale, progettata dall’architetto Giovanni Dal Bo, sorse 12 anni dopo: fu consacrata il 27 aprile 1974 da un altro arcivescovo, monsignor Battisti, essendo ancora parroco don Modotti (resterà alla guida di San Paolino per ben 29 anni). La chiesa conserva significative opere d’autore: l’altare è stato disegnato dal compianto artista udinese Toni Menossi e il tabernacolo progettato da Luciano Del Zotto; poi c’è il grande crocefisso di Fred Pittino, mentre l’organo è stato realizzato dalla celebre ditta Franz Zanin di Camino al Tagliamento. Tra le note curiose che troviamo nella “storia edilizia” raccontata da Luciano Pegoraro sul Bollettino della comunità di San Paolino del 1991 va citato anche il Te Deum di ringraziamento celebrato il 7 giugno 1981: a quella data i debiti contratti per la costruzione e il completamento della chiesa erano stati finalmente tutti pagati.

Il comitato promotore delle manifestazioni del cinquantenario di San Paolino - che si inserisce nell’Anno della fede e nella 47ma Settimana sociale dei cattolici - è coordinato da Armando Coletto. Coletto, che è in pensione dall’89, è affiancato dalla figlia Antonella, che fa parte del Consiglio per gli affari economici della parrocchia. Un ruolo molto importante, nel comitato, è quello svolto da Daniela Vidoni, commercialista e consulente del lavoro, che da 17 anni presiede il Centro internazionale di studi Luigi Sturzo. A questo Centro studi si deve il maggiore impegno nell’organizzazione del ciclo di convegni che, come accennato, si aprirà mercoledì prossimo nella sala di via Treppo sul tema della “Caritas in veritate” e della dottrina sociale della Chiesa. Seguiranno gli altri incontri (su Persona, famiglia, società e istituzioni): il 25 ottobre e il 15 novembre sempre a Udine e il 6 dicembre con un’appendice a Tolmezzo, nella sala Parrocchiale di via Lequio. L’intero programma, con gli orari e i relatori, è consultabile sul sito www.centrosturzo.fvg.it. E l’11 gennaio 2014 si torna nella chiesa di viale Trieste per il concerto conclusivo con, tra l’altro, inni musicati da San Paolino e la recita di poesie composte dallo stesso grande patriarca aquileiese.

Mario Blasoni

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