San Daniele, il Portonat più vecchio di tre secoli

I lavori di restauro fanno riaffiorare le origini duecentesche della torre-porta Il rifacimento palladiano per il quale il monumento è noto avvenne a metà ’500

Il Portonat, simbolo della San Daniele scrigno d’arte e architettura, si rivela ben più vecchio dell’età finora attribuitagli. A confermarlo quanto emerso dal restauro terminato giovedì scorso: prima dell’attuale struttura datata sedicesimo secolo, ve n’era infatti una risalente al 1200.

A confermarlo Fabio Piuzzi, l’architetto che, assieme a Roberto Daris, ha curato l’intervento sul “Porton di Tramontana”, meglio noto come Portonat, oggi di proprietà di Maria De Rosa Brianti dopo la donazione da parte della madre, Giuseppina Bianchi.

«Si tratta – spiega Piuzzi - del varco d’ingresso più antico della cinta murata che in passato proteggeva la città di San Daniele. La novità dei lavori di restauro appena conclusi – prosegue Piuzzi - è consistita nella scoperta, ai margini esterni (est e ovest) della facciata, delle testate dei due muri, paralleli, della fase più antica, per ora accertata, della torre-porta. Da quanto accertato – spiega il professionista -, il tamponamento possiede due fasi: la prima è caratterizzata dalla presenza di due finestre con arco a tutto sesto in mattoni. Stilisticamente si potrebbero datare alla fine ‘300, inizi ‘400. La seconda si contraddistingue per la messa in opera delle attuali finestre quadrangolari con cornice lapidea e attribuibili al rifacimento “palladiano” di fine ‘500. Come è testimoniato dai dati storici, infatti, nel 1549, l’antica porta stava cadendo a pezzi e la Comunità di San Daniele incarica il marmista Andrea Podaro di eseguire un consolidamento della torre e un rifacimento del portone da eseguirsi conformemente ai disegni di Andrea Palladio».

«I lavori, dopo varie vicissitudini, vengono definitivamente ultimati nel 1583. La recente scoperta, dunque – conclude Piuzzi -, risulta di notevole interesse in quanto testimonia l’esistenza di una torre scudata, cioè di un fabbricato (il portone di ingresso all’insediamento medievale di San Daniele) composto di tre lati (il lato sud, verso la città, era aperto). Le due testate (e forse anche l’interno) erano decorati con intonaco affrescato. Si tratta, verosimilmente, di un uso prettamente difensivo della torre-porta. Il successivo tamponamento rivela un utilizzo residenziale dell’edificio. La torre scudata è provvisoriamente databile anteriormente alla fine del ‘300: forse XIII o inizi XIV secolo».

Una scoperta che ripaga i proprietari dei sacrifici affrontati: «non sarebbe stato il momento adatto per il restauro economicamente parlando ma ci tenevamo – riferiscono i coniugi Brianti - a dare un segno tangibile che la valorizzazione di quello che è stato il passato ci aiuta a ritrovare radici e stimoli».

Anna Casasola

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