San Daniele, il cantiere della piscina è abbandonato da 10 anni

I lavori avviati nel 2006. Con la pioggia le vasche si riempiono e arrivano i ratti. Il consigliere Spitaleri: operazione tra privati, il Comune ha un limitato potere di intervento

SAN DANIELE. La posa della prima pietra risale al 2006. Ma 10 anni dopo l’avvio dei lavori per la realizzazione della piscina la città, anziché usufruire di un impianto natatorio e di un centro wellness, assiste impotente al lento deperimento di una struttura non ancora completata e ormai in pesante stato di abbandono.

Purtroppo non si tratta di una struttura pubblica per cui l’amministrazione comunale può solamente agevolare ogni passo ma, fattivamente, ha ben pochi poteri.

«Si tratta di un’operazione tra privati – conferma il consigliere capogruppo di maggioranza Fabio Spitaleri – dove il Comune ha un limitato potere di intervento».

Nel giugno del 2014 la società Azzurra di Magnano in Riviera e la Hypo Alpe Adria Bank di Tavagnacco avevano sottoscritto il contratto di vendita. E a dicembre dello stesso anno era arrivata la notizia della concessione del finanziamento – 2,2 milioni di euro necessari ai lavori di completamento – da parte del Credito sportivo di Roma. Purtroppo però le condizioni di quel mutuo si rivelarono essere svantaggiose per la società sportiva che, dopo l’annuncio dell’imminente riavvio dei lavori, non poté ripartire.

Il Credito sportivo aveva concesso il finanziamento a un tasso irragionevole, addirittura più alto rispetto a quello che si sarebbe potuto ottenere da qualunque Istituto di credito. Una questione tra privati, dunque, ma che tocca direttamente la città.

«La questione – prosegue Spitaleri – è di rilevanza pubblica toccando da un lato il decoro dell’area e dall’altro la prospettiva di rafforzamento dell’offerta sportiva della città».

Da quando il cantiere è fermo, ovvero dal 2008, infatti, i cittadini che risiedono in via Europa hanno dovuto sopportare non pochi disagi: gli invasi per le piscine interne, nei periodi di piogge abbondanti, si riempiono di acqua che poi, rimanendo ferma, diventa habitat perfetto per insetti e animali nocivi come grossi ratti.

Dal punto di vista dell’offerta sportiva, a San Daniele sono in molti gli appassionati di nuoto che, poter coltivare la propria passione, debbono recarsi fuori città: a Spilimbergo o a Magnano in Riviera. Il sindaco Paolo Menis, come pure i suoi predecessori, hanno sempre considerato strategica la soluzione dello stop del cantiere agevolando ogni tipo di soluzione. Purtroppo senza soluzione.

Va detto poi che, a peggiorare il quadro, non sono mancati fattori esterni di non poco conto: dai commissariamenti subiti dal Credito sportivo di Roma alla crisi dell’Hypo bank.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:opere pubbliche

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto