«Salverò le api selvatiche» Il “re dello zafferano” lancia la battaglia ecologista

Walter Zamuner: «Non fanno miele, ma sono fondamentali» Costruirà i nidi insieme con un entolomogo. Partita la raccolta fondi 

la storia

milena bidinost

Vuole dare il suo contributo alla salvaguardia dell’ecosistema e lo farà, senza scopo di lucro, puntando sulle api selvatiche.

Walter Zamuner – il re dello “Zafferano di San Quirino” – ha lanciato un progetto di “salvataggio” di questi insetti solitari e pacifici che al pari delle “cugine” api che fanno miele sono a rischio e che tanto quanto loro sono preziosi impollinatori di piante e garanti della gran parte della produzione agricola mondiale, quindi del cibo che portiamo a tavola. Il progetto si intitola “Save the wild bees” (Salva le api selvatiche) e consiste nel creare “casette” e nel posizionarle in zone adatte alla riproduzione delle api. Raggiunti buoni numeri questi nidi artificiali potranno essere inviati a chi ne vuole ospitare nei propri giardini, orti, parchi, aziende agricole.

“Le api selvatiche – dice Zamuner – non producono miele, ma riescono a impollinare molti più fiori, sono molto docili e si possono tenere senza problemi nei giardini di casa». Assieme all’imprenditore collabora al progetto un altro sanquirinese, Gabriele Stefani, esperto in entomologia.

«L’idea – racconta Zamuner – è nata sulla carta un anno fa ed ora siamo pronti a concretizzarla. Quest’anno per iniziare realizzeremo con materiali naturali (blocchi di legno o tronchi, ndr) le prime tre o quattro postazioni che installeremo in altrettanti punti della campagna di San Quirino e anche a Cordenons, nella zona delle risorgive, in luoghi adatti alla riproduzione.

In ciascun nido collocheremo una coppia di api selvatiche di specie autoctone, maschio e femmina. Da ogni coppia nascono una ventina di api e in questo modo contiamo di espandere rapidamente il progetto anche in altri siti».

Secondo Zamuner è questo un progetto “parallelo” all’attività della sua azienda agricola – nella quale produce zafferano, cereali e leguminosi da coltivazioni biologiche e miele – e che non prevede un guadagno: nasce cioè da un senso personale di “responsabilità” verso l’ambiente. Da maggio dello scorso anno sul sito www.gofundme.com è in corso anche una raccolta fondi a copertura delle spese del progetto, grazie alla quale a seconda della donazione (da un euro a 60) è possibile sostenere il lavoro di Zamuner e Stefani sino anche a ricevere a casa propria un nido vuoto da mettere in giardino per attirare le api selvatiche o uno pieno con le crisalidi.

La raccolta fondi è arrivata a quota 175 euro con i quali i due promotori realizzeranno e posizionerannp le prime postazioni.

Da sempre agricoltore attento alla sostenibilità delle coltivazioni e alla tradizione delle colture, Zamuner ha ereditato la passione per l’apicoltura dal nonno materno e dal padre. «Serve fare qualcosa su questo fronte – conclude l’agricoltore – per invertire la tendenza ed è per questo che vogliamo dare il nostro contributo a favore della difesa della biodiversità, puntando sulle api selvatiche che non fanno guadagnare in termini economici ma che hanno un valore enorme per la salvezza dell’ecosistema e con esso dell’agricoltura di cui tutti noi ci nutriamo» . –



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto