Salta la trattativa, Stroili Oro non passa al magnate indiano

AMARO. Sfuma la cessione al fondo d’investimento britannico Emerisque per la Stroili Oro di Amaro che resta nelle mani di Investindustrial, L-Capital e Intesa Sanpaolo.
Dopo il ritiro dell’indiano Ajay Khaitan, arrivato a un passo dallo sborsare per l’azienda carnica ben 270 milioni di euro (compresi gli 80 di debiti con Natixis e la stessa banca Imi), gli ex venditori hanno deciso di congelare l’operazione e tenersi il business per dar corpo a nuovi ambiziosi progetti di sviluppo, come quello di esportare i prodotti Stroili all’estero, segmento di mercato che oggi all’impresa vale meno del 10 per cento dei ricavi.
Al timone resta l’amministratore delegato Maurizio Merenda, cui i soci, Investindustrial in testa, hanno affidato i piani di crescita dell’impresa. Piani che passano, va detto, anche per Amaro, dove l’azienda si prepara a far decollare un ampliamento grazie all’immobile già edificato dal Consorzio industriale di Tolmezzo. L’obiettivo? Aumentare la produzione e chissà, di riflesso, magari anche qualche posto di lavoro.
Oggi, va detto, il numero degli occupati è già a dir poco significativo considerato che siamo in Carnia: nei picchi, Stroili occupa infatti fino a 180 persone, il 90 per cento delle quali sono donne. L’azienda, ribattezzata la “Zara dei gioielli” per i suoi prezzi accessibili, il veloce riassortimento, l’evidente richiamo ai dettati fashion del momento, è presente in 24 Paesi, vanta una rete di quasi 370 negozi in Italia più 180 in partnership all’estero e ha messo a segno nel 2013 un fatturato di 210 milioni di euro, 30 mila di Ebitda.
Non a caso dall’avvio delle operazioni, ormai nove mesi fa, messe in campo per la sua cessione diversi sono stati gli investitori che si sono fatti avanti. A partire dalla banca del presidente russo Vladimir Putin, Vtb Capital, per arrivare a Emerisque, fondo che nel 2013 aveva già fatto suoi marchi quali Mcs, Marina Yacting e Henry Cotton’s, ma che non è riuscito a portare a casa Stroili, causa un buyout (un acquisto in blocco) che secondo qualcuno è al limite delle possibilità del fondo d’investimento britannico.
Stroili negli ultimi 5 anni ha versato in regione 52,3 milioni di euro di Iva, 5 milioni di euro di contributi Inps, oltre 20 milioni di tasse ma soprattutto dà lavoro a più di cento persone ad Amaro. Con Automotive e poche altre imprese, Stroili è un’azienda in grado di tener la gente ancorata alla Carnia, con l’unico deterrente utile contro lo spopolamento: il lavoro.
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