Problemi tecnici in sala autopsie: a Udine cadaveri congelati o decomposti

Al cimitero San Vito lunedì 18 agosto non è stato possibile eseguire l’esame sul cadavere di un 69enne. Pochi giorni fa il corpo di Alessandro Venier non era stato estratto per tempo dalla cella frigo

I problemi nella sala settoria del cimitero di San Vito
I problemi nella sala settoria del cimitero di San Vito

Le apparecchiature della sala settoria del cimitero "San Vito" di Udine non funzionano bene e quindi, per la seconda volta in pochi giorni, si sono verificati problemi nell'effettuare esami autoptici.

Il primo caso era relativo a Alessandro Venier, l'uomo ucciso e fatto a pezzi dalla madre e dalla compagna a Gemona, la cui salma per un disguido non essendo stata estratta per tempo dalla cella frigo, ha rischiato di differire gli esami in quanto i resti erano ancora parzialmente congelati. I periti hanno dovuto attendere prima di poter avviare le operazioni. Lunedì si è verificato un problema opposto per un altro caso e non è stato possibile effettuare l'autopsia perché il cadavere era praticamente putrefatto.

I problemi rischiano di compromettere l'esito di inchieste giudiziarie che, attraverso le autopsie, tentano di individuare responsabilità a volte di casi delicati. Eppure pochi giorni fa, il Comune aveva comunicato alla Procura l'idoneità della struttura per l'espletamento di questi esami.

Nel caso di lunedì il disservizio ha avuto conseguenze peggiori e forse irrecuperabili: si sarebbe dovuto eseguire l'esame su un uomo di 69 anni, investito da un'auto il 9 luglio e deceduto nella sua abitazione il 9 agosto successivo, dopo essere stato ricoverato e dimesso dal nosocomio di Udine il 28 luglio.

I familiari, difesi dall'avv.Nicola Piovano Franz, avevano chiesto alla Procura che fosse effettuata l'autopsia per verificare un eventuale nesso di causa della morte con le conseguenze del sinistro stradale oppure con le cure praticate in ospedale.

La Procura ha quindi nominato il medico legale Antonello Cirnelli, ma quando l'esame stava per iniziare, alla presenza anche dei consulenti nominati (dalla famiglia e dagli indagati), si è scoperto che la salma era già putrefatta. Ora si rischia di non poter più stabilire, quindi, la causa della morte dell' anziano. I familiari della persona deceduta non escludono specifiche azioni giudiziarie nei confronti del Comune di Udine.

La Procura, intanto, avrebbe già avviato indagini per accertare le cause di quanto accaduto ed eventuali responsabilità. Secondo quanto si apprende, la sala settoria di Udine (sede in cui sono state eseguite in passato autopsie in importanti casi) risulterebbe priva anche di un gruppo di continuità, utile a garantire una costante fornitura di energia elettrica alle celle frigorifere.

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