Salesiani, tante attività, poche vocazioni

Bilancio positivo di 90 anni di presenza a Pordenone. Sono 650 gli studenti che frequentano le scuole del Don Bosco

«Preghiamo per le vocazioni salesiane». Primi 90 anni del collegio Don Bosco a Pordenone: ieri è stata festa grande, in viale Grigoletti, con il vescovo monsignor Giuseppe Pellegrini e 900 ospiti. «Due giugno speciale – il direttore del collegio don Silvio Zanchetta ha accolto gli ospiti e il presidente della Provincia Alessandro Ciriani con i confratelli, l’ispettore don Alberto Dal Molin e 900 tra ragazzi e familiari –. Ricordiamo la nostra storia che si intreccia con quella della città: don Giuseppe Marin ottenne l’arrivo dei salesiani nel 1924 a Pordenone. Primo direttore fu don Renato Ziggiotti, accolto dal vescovo Luigi Paulini».

La missione. Novant’anni di educazione, oratorio e missione sulle tracce di San Giovanni, raccontate in un flashback in 3D: il video-cartoon è stato proiettato nel teatro Don Bosco, prima della messa. Musica, cori e tante novità sui progetti 2015. «Il nostro motto è “antiche radici e vita nuova” – don Silvio ha annunciato novità anche per le scuole –. Più inglese in aula, stage e tirocini sul lavoro, gemellaggi in Europa con altre scuole. Poi potenzieremo l’attenzione nelle periferie: per aumentare gli aiuti a chi soffre il disagio sociale e negli studi».

I numeri. La comunità salesiana è un’agenzia formativa che somma 650 studenti (nella primaria San Giorgio, nella media e nei tre licei classico, scientifico, economico). Si aggiungono 20 confratelli, 80 dipendenti, 100 ragazzi nel doposcuola, 12 nel centro diurno, 120 nella polisportiva, 80 volontari, 550 iscritti nel punto verde estivo. Numeri alti, però mancano le vocazioni: nel 1984 i salesiani erano 40 e dopo 30 anni sono la metà. «Crediamo profondamente nel rapporto con il territorio, che si mantiene da 90 anni – è stata la fuga in avanti di don Silvio –. Ci impegniamo per mantenere il collegio Don Bosco a Pordenone».

La storia. «E’ stato il grande cuore del sacerdote pordenonese don Giuseppe Marin a sognare prima e a preparare poi l’arrivo dei “figli” di Don Bosco a Pordenone». La storia dei salesiani ha radici in una città che ha ancora una dimensione rurale e artigianale, prima del boom economico. «Nell’agosto 1924 – ricordano i confratelli di viale Grigoletti – un piccolo drappello di salesiani, guidati da don Renato Ziggiotti (futuro successore di San Giovanni Bosco), realizza quel sogno. Si concretizza in scuola, oratorio, parrocchia, associazionismo religioso, sociale e sportivo, presenza feconda in città e in diocesi». Crescono le collaborazioni laiche negli anni successivi. Si aggiungono le suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice, i cooperatori, ex allievi. Nascono vocazioni che, nel terzo millennio, hanno bisogno di preghiere.

Chiara Benotti

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