Sagra dei osei, tante le voci contrarie alla versione rivista

Sacile, Giust: «Sembra il mercato del giovedì allargato». Si invoca un ritorno al passato e si chiede l’ingresso libero

SACILE. «Voglio la Sagra dei osei di una volta». Fine dell’edizione 2017 in un vortice di polemiche: Gregorio Giust, patron del festival dei record in città “Xtreme days”, non fa giri di parole. «Non voglio più che la Sagra sia il mercato del giovedì allargato – l’ex assessore comunale va giù duro –. L’edizione 744 è stata molto deludente».

In 30 mila alla Sagra dei osei, la Pro esulta: «E' stato un successo"

Ma 13 mila biglietti venduti, 45 mila euro di incasso e 30 mila presenze sono a bilancio della Pro Sacile. Il punto fermo è quello del sindaco Roberto Ceraolo. «La Sagra dei osei è un valore perenne per la città – ha detto il primo cittadino –. Le tradizioni marciano con le nuove generazioni. Poi alcuni aspetti si possono migliorare».

La sfida. «Vorrei vedere le matrici dei biglietti venduti dalla Pro nell’ultimo fine settimana, ma non faccio polemiche – rileva Giust –. Mi propongo per dare un contributo alla Pro Sacile: quella che abbiamo visto non è la nostra vera Sagra. L’obiettivo è di recuperare le tradizioni».

A proposito di tradizioni: il “giallo” di domenica scorsa è stato quello dei Due Mori spariti negli allestimenti. «Pochi uccelli, tante bancarelle e negozi chiusi – hanno puntato il dito alcuni attivisti del Movimento 5 stelle –. Qualcosa non funziona e dove sono finite le due statue dei Mori?»

Bella domanda, in compenso sono ricomparse le sagome leggere di due uccelli davanti a San Gregorio: il furto era stato segnalato nella primavera scorsa.

La proposta. «La Sagra ha 744 anni di storia e rappresenta Sacile in tutto il mondo – ha continuato Giust –. Domenica ho pranzato con milanesi e veneziani: erano profondamente delusi di quello che hanno trovato a Sacile. Dobbiamo cambiare rotta: non possiamo perdere il nostro patrimonio storico».

Che fare? «Piazza del Popolo mancava di una scenografia convincente – ha constatato Giust –. La Sagra dei osei è un evento molto complesso e va gestita con un piano di marketing che rispecchi il momento attuale: va pianificata con attenzione.

Bisogna trovare gli sponsor, creare una sinergia con tutti i commercianti di Sacile perché è la festa per eccellenza della città. Sono spariti i fuochi artificiali, i Mori, le frasche in piazza e la notte bianca storica: perché?»

La svolta della Pro è arrivata dopo le proteste degli animalisti. «Chi cerca di svilirla con azioni di ambientalismo e animalismo e quant’altro deve trovare determinazione da parte della Pro Sacile – ha tagliato corto Giust –. Nessuno si deve permettere di venire a “casa nostra” a dettare le regole: la storia di 744 anni non si cancella. Piuttosto, si magnifica».

La critica. «Ingresso libero alla Sagra»: lo ha reclamato più volte il consigliere comunale pentastellato David Bessega. Qualche anno fa anche Lega Nord aveva cavalcato la proposta del libero accesso alla kermesse.

«Tutti i cittadini e i turisti devono godere del libero accesso della festa – ha ribadito Bessega –. C’è il diritto alla libera circolazione in Italia: a Sacile invece no? Mi sono indignato nel sentire e nel vedere gente che rinuncia a questa Sagra perché l’ingresso è a pagamento». Biglietto a 4 e 5 euro nei due giorni di Sagra oppure cumulativo a 9 euro.

«Si paga per vedere il nulla – sono critici tanti sacilesi nei gruppi social –. La Sagra è finita». Gli sponsor e i contributi comunali, provinciali o regionali non bastano a coprire le spese. «Perché la Pro non prende esempio da “Sacile cambia marcia”? – è il consiglio di Bessega –. Organizza con grande successo “Xtreme days” e non c’è ticket».

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