Safilo investe 5 milioni e assume 40 addetti

Nello stabilimento di Martignacco, pesantemente colpito dalla crisi del 2009, arrivano moderni macchinari e personale

UDINE. Il 2017 sarà l’anno della maturità per la Safilo di Martignacco. L’azienda ha già investito 5 milioni di euro sullo stabilimento che nel 2009 aveva conosciuto la faccia più cupa della crisi, portando in Friuli il ciclo completo dell’acetato. Questo significa macchinari e posti di lavoro.

Quaranta le assunzioni negli ultimi tre mesi anche se i livelli occupazionali sono ben lontani dal pre crisi, quando Safilo a Martignacco contava 700 dipendenti, mentre oggi sono poco più di 300.

L’azienda ha individuato due poli principali per la propria produzione, l’uno incentrato sui metalli a Longarone e l’altro sull’acetato, che comprende Santa Maria di Sala e Martignacco. Tutti fanno occhiali dall’inizio alla fine, il cosiddetto “end to end” che è ormai connaturato alla filosofia di Safilo.

Proprio in queste settimane sono in arrivo a Martignacco gli ultimi cinque macchinari per le lavorazioni a controllo numerico acquistati dall’azienda.

«Ne abbiamo una decina in ordine fra Santa Maria di Sala e Martignacco - spiega il capo della produzione Leonardo Innocenzi -. Per Martignacco abbiamo grandi aspettative perché dopo l’aumento di capacità (oggi i locali hanno la medesima estensione del 2009, l’anno dell’inizio della crisi, ndr) adesso attendiamo l’aumento di produttività».

L’obiettivo è centrare i 5 mila occhiali al giorno entro l’anno. Al momento gli operai ne producono mille 500 al giorno.

«Nel 2016 abbiamo investito 5 milioni su Martignacco - continua Innocenzi -. Questo è l’anno in cui abbiamo annunciato la fine della solidarietà, integrato Martignacco con Santa Maria trasformandolo di fatto da centro di finissaggio a snodo chiave dell’azienda. La nostra ottica è creare sinergie a livello industriale e in questo contesto abbiamo creato i due poli produttivi».

I primi macchinari che hanno segnato la rinascita di Martignacco sono arrivati dalla Cina alla fine del 2015. Una svolta imposta da Safilo che ha deciso di riportare le produzioni in Italia. Quest’anno poi sono arrivati i nuovi macchinari e parallelamente la formazione per il personale.

«Facciamo tutto il ciclo dell’acetato, senza esclusione, esattamente come si fa a Santa Maria, solo che là ci si è arrivati dopo 30 anni, a Udine in un solo anno - sottolinea Innocenzi -, perciò c’è stato un grande sforzo anche da parte dei lavoratori».

Nel 2009 fra Martignacco e Precenicco Safilo occupava 903 persone. Oggi, a tempo indeterminato ci sono 237 dipendenti, più 76 interinali.

«La filosofia dell’azienda è consolidarli in un contratto a tempo determinato o indeterminato al massimo entro un anno - spiega il direttore Risorse umane del gruppo Alessandro Visconti -. Nel 2013 con l’ultima cassa integrazione per ristrutturazione abbiamo concentrato l’attività su Martignacco con un’operazione di formazione molto forte che puntava a un’attività di finissaggio. In questo modo Martignacco diventa un reparto di Santa Maria di Sala. Ma con la riqualificazione di quest’anno assume una propria autonomia».

E gli ordini premiano l’impegno. Negli ultimi tre mesi sono state assunte 40 persone e la scorsa settimana l’azienda ha concordato un piano di straordinari con i sindacati. «È la conferma che siamo su una strada buona», rimarca Visconti.

C’è poi il welfare di fabbrica con cui l’azienda mette a disposizione complessivamente 63 milioni.

Argomenti:lavoro

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto