Sacile “riscopre” l’arte di Felicita Sartori

Le sue opere sono esposte a Dresda ed a New York ma in riva al Livenza resta una sconosciuta. Parliamo di Felicita Sartori (nel ritratto), incisore e miniaturista della prima metà del settecento, che...

Le sue opere sono esposte a Dresda ed a New York ma in riva al Livenza resta una sconosciuta. Parliamo di Felicita Sartori (nel ritratto), incisore e miniaturista della prima metà del settecento, che Nino Roman ha di recente tolto dall’oblio con un articolo pubblicato su un periodico di cultura locale edito da un istituto bancario. Allieva della grande Rosalba Carriera nella seconda metà degli anni Trenta del XVIII secolo, Sartori raggiunse una buona padronanza tecnica nell’arte dell’incisione (acquaforte e soprattutto bulino) che le diede subito una certa notorietà tanto che l’editore Giovanni Battista Albrizzi le affidò la realizzazione di alcune illustrazioni per un’edizione di lusso delle Oeuvres di Bussuet. Fu l’inizio di un periodo artistico ricco di soddisfazioni e di riconoscimenti nel corso della quale l’artista venne accolta nella corporazione degli intagliatori di rame. Nata nel 1714 a Sacile da Felice Sartori e Tommasa Scotti, apprese i primi rudimenti di disegno e forse di intarsio dallo zio Antonio Dall’Agata. Nel 1728 si trasferì quindi a Venezia in casa di Rosalba Carriera dove, con altre ragazze della sua età, ebbe la possibilità di seguire le lezioni dell’artista divenne la sua migliore allieva, riuscendo ad affiancarla come collaboratrice e fedele imitatrice. A partire dal 1736 si incamminerà poi sulla strada della notorietà artistica. Nel 1741 per matrimonio si trasferì a Dresda dove venne chiamata a corte in qualità di pittrice da Augusto III di Sassonia, dove lavorò moltissimo. Morì a Dresda nel 1760 a soli 46 anni. I numerosi lavori della pittrice sacilese, assieme a quelli della Carriera, costituiscono oggi la famosa collezione di pastelli e miniature della Gemaldegalerie di Dresda. (m.mo.)

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