Sacile, infarto in fabbrica: morto l'imprenditore Flavio Polesello

SACILE. E’ morto l’imprenditore sacilese Flavio Polesello: a 62 anni un infarto lo ha colto alla Arrex cucine di Mansuè, di cui era amministratore delegato, intorno a mezzogiorno mentre era con clienti.
Polesello condivideva con i fratelli Giovanni e Gino l’avventura produttiva nel settore del mobile. La Arrex fa parte del gruppo Atma, con 12 stabilimenti e marchi aziendali.
«E’ un grande e improvviso lutto per la città e la filiera produttiva dei mobilifici della Bassa pordenonese – ha detto la vicesindaco di Sacile Vannia Gava ricordando il profilo pubblico e il coraggio dell’imprenditore –. Siamo vicini a tutta la famiglia Polesello. Flavio ha dato tanto alla nostra comunità e anche ai giovani, agli studenti».
Imprenditore di razza, Polesello condivideva con i figli Elisa e Luigi tanti progetti produttivi: «Il nostro obiettivo è di salvare il lavoro in Italia e dare ai giovani nuove possibilità – diceva ottimista l’imprenditore sacilese, che aveva dichiarato la “mission” di Arrex cucine alla Fiera del mobile a Milano -. L’unità è una forza e vogliamo fare squadra sul territorio: coniugando tradizione e innovazione».
Nata nel 1973, Arrex vanta stabilimenti produttivi all’avanguardia nelle province di Pordenone e Treviso, un know how di altissima qualità e oltre 400 dipendenti e di 300 collaboratori esterni.
Cultura e impresa erano i binario per creare partnership e scambi. «Abbiamo costituito un asse Sacile-Campania per aprire nuovi mercati commerciali e culturali – aveva detto Polesello alla nascita del Sacile film festival -. Poi arriveranno studenti e imprenditori dall’Austria e dalla Slovenia e Croazia a Sacile. Scambi culturali, commerciali e patti a lungo raggio».
La sua “mission” era chiara. «Il nostro impegno – aveva dichiarato – è un investimento sulle nuove generazioni. Da adulti abbiamo il dovere morale di promuovere eventi e occasioni formative».
Con il Comune di Sacile aveva progettato il “movie-Day” per il NordEst ed esportava cucine in 40 Paesi.
Ma un destino avverso lo aspettava al varco proprio nella sua azienda.
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