Sacile-Gemona, l’ora della verità: Santoro presenta lo studio

Maniago, l’assessore regionale al Coricama. Il documento illustrato ai sindaci Nell’intesa siglata dalla Regione con Rfi è inserita la linea, servizi compresi

MANIAGO. L’ora della verità sulla riapertura della ferrovia Sacile-Gemona, chiusa dal luglio del 2012, è arrivata. Dopo una lunga attesa lo studio di fattibilità per la riattivazione e il rilancio della tratta toglie i veli. Alle 17 di martedì, al museo Coricama di Maniago, è in programma l’incontro, cui parteciperà l’assessore regionale Maria Grazia Santoro, per presentare agli amministratori locali gli esiti finali dello studio realizzato da Ferrovie Udine-Cividale (Fuc) e concordare le prossime azioni da intraprendere.

Lo studio. Una prima presentazione del corposo studio (180 pagine) ai sindaci era avvenuta in un confronto riservato la scorsa estate. Ora è arrivato il momento di scoprire del tutto le carte. Tra i dati allora emersi uno aveva sollevato alcuni interrogativi: pare sostenibile unicamente la riapertura del tratto Maniago-Sacile.

Da capire perché sia stata giudicata sostenibile la riapertura solamente di questo tratto e non, per esempio, sino a Cavasso Nuovo o Meduno, comuni tra l’altro posti a breve distanza da Maniago. Rispetto al ripristino dell’intera linea, ovvero da Sacile a Gemona, a novembre erano già emersi dati di particolare importanza. Per riattivarla servirebbero subito 3 milioni e mezzo di euro: altri 36 milioni andrebbero investiti in quindici anni per renderla completamente operativa.

Si parla anche di un milione 600 mila euro di manutenzioni annuali sulla linea. In cantiere, diversi interventi che riguardano la sicurezza, la ricalibratura dei binari e della linea e segnaletica, ma soprattutto la manutenzione dei 54 passaggi a livello che caratterizzano il percorso.

Il costo di gestione, invece, ammonterebbe a 3 milioni 600 mila euro, di cui un milione 400 mila si stima derivanti dagli introiti ottenuti dalla vendita dei biglietti. I restanti 2 milioni 200 mila deriverebbero dalla stipula dell’accordo tra Regione e il futuro possibile gestore. L’obiettivo ipotizzato dallo studio di fattibilità è quello di raggiungere 1,1 milioni di utenti l’anno entro il 2030, offrendo loro 14 corse al giorno.

L’accordo. A dicembre la Regione aveva approvato uno schema di accordo quadro con Rete Ferroviaria Italiana propedeutico alla messa a gara dei servizi ferroviari regionali e finalizzato ad assicurare la necessaria capacità infrastrutturale, una volta effettuato l'affidamento al nuovo gestore.

Nell'intesa è inserita la Sacile-Gemona, per cui è prevista sin d’ora l'integrazione coi relativi servizi, attivabili nel momento in cui si renderanno reperibili le risorse per consentire il ripristino della circolazione. Un aspetto che conferma la volontà della Regione di riattivare la tratta.

Amministratori e pendolari, comunque, continuano a essere convinti che la ferrovia debba essere sfruttata con finalità turistiche e non soltanto per il trasporto passeggeri, prendendo come modello anche progetti avviati in altri Paesi europei. Martedì, Regione e Fuc potranno dare risposte più esaustive.

L’attesa è elevata, considerato che nella battaglia per riaprire la linea hanno lottato fianco a fianco, in questi tre anni, amministratori, pendolari e cittadini, il cui unico interesse è non perdere l'infrastruttura.

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