Sacile, ecco il video del blitz contro chi vuole dormire - il filmato

SACILE. “Sacile odia il silenzio”. Titoli di testa come un urlo di battaglia a tre minuti di videoclip sul blitz che il 17 luglio ha messo sotto assedio via della Pietà e infranto la pace notturna di Balilla Sandrin e altri residenti. Dopo 73 notti e giorni zeppi di polemiche sul “raid”, arriva il video-verità che scuote la città.
Quello che farà discutere fino alla notte di Halloween. Quello che mette a nudo la cronaca di una “notte brava”. Quello che registra l’avanzata in via della Pietà della colonna “armata” di bandiere tricolore, trombette, petardi e urla da “curva sud” in spedizione punitiva contro Balilla Sandrin, cioè l’apostolo dichiarato del partito no-movida. Intanto, il video ha strappato, su YouTube e social media, 450 “mi piace” in 24 ore.
«Tutta la verità sulla serata incriminata – è il messaggio on line del popolo della notte –. Che tanto ha fatto penare i politicanti sacilesi preoccupati di definirlo un raid squadrista di stampo fascista, quando tra di noi c’erano tutte le provenienze politiche. Hanno provato a strumentalizzare questo momento, portandolo come argomento ai consigli comunali». I titoli di coda sono un piano d’attacco sulla movida senza coprifuoco. “A noi di voi, non ce ne frega un c...o. Sacile è nostra, vogliamo viverla».
Stemma comunale a fine video e la colonna sonora è un mix di viva voce (coretti e petardi) e innesti musicali. «Questa è la risposta agli articoli pieni di bugie e diffamazioni – sfoga l’indignazione Luca su Facebook – che sono stati scritti». E Francesco alza gli scudi sul blitz. «Dove sono i saluti romani e i cori razzisti ?– cita le accuse estive –. Il consigliere comunale Pillon (Daniela Pillon, consigliere comunale del Pd, ndr)me lo può spiegare, grazie». Non c’è traccia di cori nostalgici del Ventennio nel missaggio musicale, ma la “serenata” dedicata a Balilla Sandrin è stata un calvario per i residenti.
Portavoce del diritto “al sonno”, Sandrin aveva messo in vetrina, nel suo negozio-officina di via della Pietà, due cartelli con l’appello no-movida. La sfida era andata avanti: a colpi di battute e insulti sui profili di Facebook che Sandrin ha scaricato e consegnato sul tavolo dei carabinieri in viale Lacchin. La bravata sotto le finestre (chiuse) di casa Sandrin, ha alzato i decibel e lo stile goliardico. «Una cosa terrificante – era stato il commento di Daniela Pillon –. Sono sconvolta: dai saluti fascisti ai calendari con Mussolini siamo, infatti, passati allo squadrismo».
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