Rubò due sciami, 70enne condannato a 4 mesi

BASILIANO. A testimoniare a suo favore, ieri, nel processo celebrato davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Mauro Qualizza, è stato anche il parroco di Blessano, don Adolfo Comello....
Di Luana De Francisco
ANTEPRIMA UDINE GENNAIO 2002 TRIBUNALE NUOVO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA
ANTEPRIMA UDINE GENNAIO 2002 TRIBUNALE NUOVO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA

BASILIANO. A testimoniare a suo favore, ieri, nel processo celebrato davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Mauro Qualizza, è stato anche il parroco di Blessano, don Adolfo Comello. «Un uomo attento - ha detto - ed esperto nella cattura delle api, pronto a intervenire di fronte a qualsiasi chiamata». Parole rimbalzate poi nel ritratto proposto dal suo difensore, avvocato Paola Bosari, che, nell’arringa, ha insistito sulla buona fede con la quale il proprio cliente agì quando, il 16 maggio del 2010, entrato in un terreno a Basiliano, infilò nella propria macchina e si portò via due sciami non suoi.

Furto che il proprietario delle arnie, ritenendo di avere individuato in Ivo Zilli, 70 anni, di Blessano, l’autore del gesto, tuttavia non volle affatto perdonare. E che, a distanza di due anni, dopo la denuncia per furto aggravato che fu sporta contro di lui, ha finito per costargli anche una condanna a 4 mesi di reclusione e 140 euro di multa (sospesa con il beneficio della sospensione condizionale), proprio come chiesto alla fine della discussione dal vpo, Alessandra Cadalt. La sentenza prevede anche il pagamento di mille euro, quale risarcimento del danno, al Consorzio apicoltori della provincia di Udine, costituitosi parte civile con l’avvocato Daniele Liani. A giustificazione del gesto, che l’imputato stesso non aveva mai negato di avere compiuto, l’avvocato Bosari aveva precisato essersi trattato di un’iniziativa volta a evitare pericoli per la salute delle persone. Una sorta di deformazione professionale, insomma, per mettere in sicurezza l’area e chi la frequentava.

A incastrare Zilli erano stati i fermi immagine della telecamera nascosta nella proprietà, nella quale Marco Feletig, agronomo e apicoltore per hobby, qualche giorno prima aveva notato segni di manomissione ad alcuni dei suoi alveari. Successivamente riconosciuto dai carabinieri attraverso la targa dell’automobile con la quale era entrato nel terreno, il 70enne era stato “pizzicato” nel momento esatto in cui aveva infilato nel bagagliaio alcune scatole di polistirolo per il trasporto degli sciami. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Udine, Marco Panzeri, erano partite da lì e continuate con il ritrovamento a casa sua di tute e casette per le api. Da qui, l’accusa di furto aggravato. Un bottino tutto sommato risibile, quello contestato a Zilli: due sciami, per un valore complessivo di circa 350 euro. Il suo caso, però, era soltanto risultato l’ultimo di una lunga serie di denunce analoghe, per furto di alveari e arnie. E visto che a ritrovarsi senza sciami e a sporgere querela, questa volta, era stato un consigliere del Consorzio, era stato lo stesso ente a decidere di andare avanti e dare così un segnale forte a tutti i “furbetti” in circolazione. “Lezione” che l’avvocato di Zilli, comunque, intende ora ribaltare in appello.

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