Rubate le telecamere della chiesa ad Artegna

ARTEGNA. Quattro delle cinque telecamere che “sorvegliavano” la chiesa di Santa Maria Nascente, ad Artegna, sono state rubate. Il furto è stato messo a segno nella notte tra il due e il tre agosto. Proprio in quelle ore, infatti, il sistema di sicurezza ha smesso di registrare.
E così adesso si teme per i tesori artistici custoditi (seppure in una camera blindata protetta da un sistema di allarme) all’interno dell’edificio sacro. Certo, i malviventi potrebbero anche aver compiuto un colpo fine a sé stesso, ma il collegamento viene spontaneo.
«Forse miravano a quelle telecamere - spiega il parroco di Artegna, don Ivo Belfio - perché sono quelle ad alta definizione e valgono oltre mille euro ciascuna. Comunque un certo timore per le nostre opere sacre c’è lo stesso. Come è noto (perché pochi anni fa con quegli stessi “pezzi” qui ad Artegna è stata organizzata un’importante mostra) nella nostra chiesa parrocchiale c’è il basamento di un prezioso candelabro che risale al 1492, l’anno della scoperta dell’America.
C’è poi un tabernacolo della stessa epoca e anche una testa in pietra - del medesimo periodo - di San Giovanni Battista che compare anche sulla copertina del catalogo curato dalla Soprintendenza in occasione dell’esposizione del 2009 intitolata “Artegna. Opere d’arte nei secoli” e allestita in municipio».
Il parroco nella giornata di ieri ha denunciato l’accaduto alla stazione carabinieri di Venzone e ora gli investigatori, coordinati dal comandante Eric Sappada, sono al lavoro per cercare di dare un nome e un volto ai “soliti ignoti”. I ladri, secondo la ricostruzione dell’Arma, hanno dapprima tranciato i cavi del sistema di videosorveglianza, interrompendo così la registrazione e poi hanno smontato le singole telecamere (quattro per un valore di 4.500 euro) che erano appese ai pali dell’illuminazione pubblica.
La grande chiesa di Santa Maria Nascente risale al 1829 ed è opera di Pietro Schiavi. All’interno è decorata con affreschi di Sebastiano Santi (soffitto, 1832), Leonardo Rigo (presbiterio, 1888-1892) e Aurelio Mariani (coro, 1930). In uno degli altari laterali è collocato un dipinto del pittore udinese Luigi Pletti, un San Domenico. Sopra l’altare c’è un grande crocifisso ligneo del XVI secolo che sembra opera di Giovanni Martini.
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