Ruba per giocare al Bingo, il giudice: assolta, è ludopatica

CORDENONS. Una sentenza che assume un rilievo nazionale quella pronunciata dal giudice Eugenio Pergola nell’ambito della giurisprudenza riguardante i casi di reati correlati alla ludopatia. Si è chiuso con l’assoluzione il processo a una 59enne di Cordenons, lavoratrice, incensurata e madre di famiglia, che negli scorsi anni era precipitata nel vortice della dipendenza dal gioco.
Una tendenza autodistruttiva che aveva assunto i connotati della vera e propria patologia al punto da spingerla a perdere migliaia di euro, e addirittura a commettere un reato. A una festa aveva infatti rubato una borsetta per procurarsi i soldi necessari a recarsi al Bingo di Zoppola. Aveva poi dovuto iniziare un percorso di recupero in un centro specializzato per “disintossicarsi “dal vizio del gioco.
Nel processo, con rito abbreviato, era difesa dall’avvocato Manlio Contento il quale fin dall’inizio ha evidenziato che la donna aveva – di fatto – “rimosso” l’accaduto tanto da essere rimasta sbigottita e incredula quando le era stato notificato l’avvio del procedimento per furto.
Sentito in udienza anche il medico di famiglia della donna. Il giudice si era quindi convinto a disporre una perizia affidata allo psichiatra Angelo Cassin. Perizia che ha ravvisato una ludopatia grave, tale da determinare l’incapacità di intendere e di volere al momento del furto. L’esperto ha spiegato che in questi casi si può determinare una sorta di sdoppiamento della personalità, un’estraniazione da se stessi. L’assoluzione si inserisce nel solco tracciato di una sentenza del 2005 della Cassazione.
La donna, in seguito, aveva incontrato la proprietaria della borsa scusandosi e risarcendola. L’importo sottratto non era superiore ai 300 euro.
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