Ruba l’auto all’anziana che assiste
ARBA. Badante di giorno, “birbante” di notte. Dalla casa dove aveva prestato servizio di assistenza a un’anziana, in concorso con due connazionali, avrebbe rubato le chiavi, un’auto e una tanica di gasolio. Tanto è bastato per aggiungere all’accusa di furto, l’aggravante della relazione domestica, che ha portato all’insù la pena.
I fatti, in un’abitazione di Arba, il 21 novembre 2012.
Vasile Ciobanu, 21 anni, residente a Padova, ma domiciliato a Milano, è stato condannato dal giudice monocratico del tribunale di Pordenone Eugenio Pergola, a tre anni, dieci giorni e 350 euro di multa; Nicolae Grigoras, 21 anni, residente a Selvazzano Dentro, è stato condannato a tre anni, nove mesi e 500 euro di multa, contestata la recidiva; a quest’ultimo è stata inoltre revocata la condizionale; entrambi sono stati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni.
Il terzo presunto complice, un connazionale moldavo di 23 anni, residente ad Abano Terme, era già stato condannato con rito abbreviato. I due imputati erano difesi dall’avvocato Alessandra Nava, ieri sostituita dal collega Giuseppe Romano.
Il caso era stato risolto dai carabinieri della stazione di Maniago e dai colleghi del nucleo investigativo del reparto operativo provinciale di Pordenone.
L’indagine era partita da un furto, nella notte tra il 20 e il 21 novembre 2012, ad un capannone della Sara autoricambi, nella zona industriale di Maniago. Un colpo da 50 mila euro (pompe per ammortizzatori). I ladri si erano dilegati con una Opel Zafira sottratta ad una famiglia di Arba.
Ai due moldavi, ieri, era imputato solo il furto dell’auto, delle chiavi e di una tanica con dieci litri di gasolio sottratti dalla stalla della famiglia di Arba. Ciobanu, in particolare, risultava in servizio come badante proprio lì.
Da qui la contestazione delle aggravanti: avrebbe approfittato del vincolo domestico, dell’esposizione alla pubblica fede dell’auto, del furto in abitazione.
Il difensore ha giocato la carta della credibilità del teste, il padrone di casa, già sottoposto a processo per altri fatti avvenuti, con stranieri, nella sua abitazione.
«E’ stato un processo indiziario», ha rilevato il difensore dei moldavi annunciando appello.
Una curiosità: all’epoca, Vasile Ciobanu, oggi libero, era stato arrestato in questura, a Padova, mentre si accingeva a rinnovare il permesso di soggiorno.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto