Ruba la Bibbia in chiesa, ma l’abate riesce a “smascherarlo”

Sesto al Reghena, monsignor Stival ha affisso il fermo immagine della videosorveglianza. «Chi conosce questo “signore?”». Già scattata la segnalazione ai carabinieri

SESTO AL REGHENA. Entra nell'abbazia di Sesto al Reghena, sguardo assorto e testa bassa, a mezzogiorno di un venerdì di visite scolastiche. Punta dritto alla cripta e, nello specifico, nei locali riservati alla preghiera, fuori dall’usuale giro turistico. Maneggia delle candele, poi la sua attenzione viene attirata da una Bibbia sul leggio. La prende e guadagna l’uscita, come nulla fosse.

La scena è stata immortalata dall’impianto di videosorveglianza dell’abbazia di Santa Maria: il furto sacrilego è stato compiuto da un uomo, in apparenza tra i 70 e gli 80 anni.

Nell’atrio del luogo di culto è esposto un cartello: tra i due fotogrammi che ritraggono l’anziano, mentre entra nella chiesa ed esce dalla cripta con la bibbia in mano, c'è la domanda: «Chi conosce questo “signore”?». Messaggio affisso dall'abate, monsignor Giancarlo Stival, dopo la denuncia del furto ai carabinieri.

«Sette sataniche? Lo escludo, si tratta di un pover’uomo», commenta il parroco di Sesto al Reghena. Se dal punto di vista religioso e umano il perdono sarà assicurato – «chiediamo solo che la restituisca», dice l’abate –, l’episodio non poteva non essere denunciato alle forze dell’ordine.

Se il bottino è economicamente misero, il peso del furto è ben più significativo per l’oggetto e il luogo da dov’è stato sottratto. Quando in parrocchia ci si è resi conto che la Bibbia mancava dal leggio, si è subito ricorsi alle immagini dell’efficiente videosorveglianza abbaziale.

«È accaduto a mezzogiorno di venerdì – riferisce monsignor Stival –. Il signore anziano è entrato ed è sceso alla cripta. In quel momento c'era il consueto viavai che caratterizza l'abbazia, dove i turisti vanno un po’ dappertutto. Era pieno di gente: è la stagione delle visite scolastiche e c’erano gli alunni delle scuole medie di Varmo».

Il luogo dov’era esposta la bibbia in consultazione non è esattamente la cripta che custodisce le reliquie di Santa Anastasia.

È da essa separato da una porta, ma per raggiungerlo occorre attraversare la cripta: «È un angolo di preghiera – continua – dedicato soprattutto ai fedeli del luogo, appartato, dove non accedono turisti in quanto all'interno non vi sono opere artistiche. In questo spazio ci sono un tabernacolo, alcuni banchi e il leggio dov’era posizionata la Bibbia, a disposizione di tutti».

Un angolo che, seppur fuori dal contesto storico-artistico del resto dell'abbazia, è ugualmente sacro e suggestivo. La dimensione spirituale di questo luogo è stata violata dal misterioso anziano.

L'abate: "E' un complesso difficile da gestire"
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«L’uomo, da quanto abbiamo potuto vedere dalle telecamere all’esterno di quest'angolo di preghiera, dove sono assenti per la riservatezza dei fedeli – specifica il parroco –, dapprima si è soffermato sulle candele disponibili per essere accese.

Poi dev’essere andato al leggio. Lo si vede uscire con la grande Bibbia che vi era riposta, che tra l’altro ha pure un certo valore economico, intorno ai 100 euro. Senza fermarsi, tranquillo, è poi uscito dall’abbazia. Non sappiamo chi sia questa persona. Non pare sia di Sesto al Reghena.

Se qualcuno lo conosce, ce lo dica. Orami non ci si salva più da nulla – osserva sconsolato l’abate, cercando di darsi una spiegazione dell’accaduto –. Esiste una microcriminalità spesso legata a problemi psicologici. Possono accadere piccoli furti in presenza di piccole manie di chi li compie, ma restano casi scioccanti».

Alla vista del cartello qualcuno sorride, altri rimagono sconcertati di fronte al fatto che i furti non si fermino più davanti a nulla. E ci si interroga, senza trovare risposta, sul perché quell’uomo abbia scelto di sottrarre il testo sacro, disponibile anche in versioni decisamente meno costose e infrangendo il settimo comandamento in un luogo di preghiera.

Monsignor Stival scarta che si possa trattare di un adepto di un qualsivoglia gruppo organizzato e propende per il gesto fine a se stesso. Tutto da appurare se sia stato compiuto da una persona incapace di comprenderlo, almeno in quel momento.

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