Ruba dalla cassa dell’ortofrutta Commessa condannata a 2 anni

SPILIMBERGO
Era riuscita a procurarsi una copia delle chiavi per accedere al negozio Trischitta di via Cesare Battisti. Aveva avuto tutto sommato gioco facile a farlo, considerato che pochi mesi prima aveva lavorato proprio nell’ortofrutta e all’epoca dei fatti era impiegata in un altro punto vendita riconducibile alla stessa catena, quello di Portogruaro. Il 14 gennaio 2020 approfittando della pausa pranzo dei colleghi, si era introdotta nella sede sandanielese dell’azienda specializzata nel commercio di frutta e verdura e lì aveva rubato 1.600 euro in contanti, sottraendoli dal registratore di cassa posizionato nel retrobottega. Per questo motivo Ida Domenica Pistorio, quarantaduenne siciliana residente a Spilimbergo, è stata condannata ieri a due anni dal giudice monocratico Paolo Lauteri.
L’azione della donna era stata fulminea: come ricostruito in fase di indagine (scaturita dalla denuncia del titolare del negozio) Pistorio era entrata nell’esercizio commerciale alle 13.25 e si era impossessata del contante custodito nella cassa occultata sotto un pallet: un nascondiglio che la commessa conosceva bene, visto che l’abitudine di celare l’incasso della mattinata nella parte posteriore del punto vendita era consolidata già nei mesi in cui aveva lavorato a San Daniele.
Solo due minuti più tardi era uscita richiudendo la porta a chiave. Soltanto un’ora e sette minuti dopo si è presentata regolarmente al lavoro nel negozio di Portogruaro. A incastrare la donna le telecamere di sorveglianza installate in un edificio nelle vicinanze, che l’avevano ripresa mentre entrava nel negozio: da qui l’accusa di furto aggravato dal mezzo fraudolento e dall’abuso di prestazione d’opera.
Il pubblico ministero nel corso dell’udienza aveva chiesto la condanna a due anni e otto mesi, mentre il difensore, l’avvocato Massimo Borgobello dello studio legale associato BcbLaw, aveva chiesto l’assoluzione. La difesa ha lamentato la lesione del contraddittorio, per un problema di trasmissione del fascicolo del giudizio abbreviato dalla Procura. La difesa ha affermato sia l’insussistenza di prove a carico validamente acquisite, sia l’assoluto difetto di condizione di procedibilità.
Secondo l’avvocato Borgobello «l’aggravante del mezzo fraudolento, del tutto insussistente, è stata contestata solo per rendere procedibile il fatto, che altrimenti avrebbe dovuto essere giustamente archiviato». Il difensore ha preannunciato ricorso in appello contro la sentenza. —
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