Rt, contagi e nuovi focolai: ecco perchè il Friuli Venezia Giulia rimane ancora in fascia gialla

Silvio Brusaferro, presidente dell'ISS, durante la conferenza stampa al Ministero della Salute a Roma sul monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di Regia, in una foto d'archivio del 12 dicembre 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Silvio Brusaferro, presidente dell'ISS, durante la conferenza stampa al Ministero della Salute a Roma sul monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di Regia, in una foto d'archivio del 12 dicembre 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

UDINE. Il Friuli Venezia Giulia rimane in zona gialla. La nuova ordinanza del ministero della Salute stabilisce che anche per la prossima settimana la regione non cambierà fascia di appartenza, in base agli ultimi parametri che caratterizzano l'andamento della pandemia sul territorio nazionale.

Da domenica 21, quindi, questo è il quadro completo delle Regioni: in fascia rossa nessuna (con Umbria e Provincia di Bolzano che hanno già predisposto zone rosse a livello regionale). In fascia arancione Abruzzo, Liguria, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Toscana, Umbria, Campania, Emilia Romagna e Molise. In fascia gialla Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle Aosta e Veneto. Nessuna in fascia bianca.

Questa volta non c’è alcun parametro del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità che peggiori rispetto alla settimana precedente. Nemmeno le Terapie intensive (che pur restano, di poco, sopra la soglia critica del tasso di occupazione del 30%) come sette giorni fa.

No, dall’Rt ai ricoveri, passando per il numero dei contagi e dei nuovi focolai, i dati sono tutti in costante miglioramento.

Cominciamo dall’ormai famoso indice Rt. Sette giorni fa il monitoraggio di Roma segnava un valore medio di 0.98 e inferiore di 0.94. Giovedì 18, invece, nella bozza si legge 0.8 con un dato minore pari a 0.74, quindi decisamente più basso. Un numero importante, che tiene il Friuli Venezia Giulia lontano da quella quota 1 che certifica, in automatico, l’ingresso in zona arancione, e figlio, probabilmente, anche dell’abbassamento di tutti gli altri criteri di contagio.

I tamponi positivi, ad esempio, sono scesi dal 10% al 7,8% e quelli in ospedale – dove si fanno sentire con sempre più forza gli effetti della vaccinazione – dal 5,2% al 3,9%. Ancora, quindi, si può analizzare il trend dei contagi comunicati alla Protezione civile.

Se, infatti, la settimana precedente questi erano in calo del 19,3%, dall’8 al 14 febbraio sono diminuiti del 21%. Allo stesso tempo, inoltre, i casi riportati alla sorveglianza integrata fanno segnare un complessivo -21% al posto del precedente -19,3%.

Non è finita qui, però, perché interessante è anche il dato relativo ai cluster di contagio. I focolai attivi, attualmente, sono 820, in netto calo rispetto ai mille 140 di giovedì scorso, così come i nuovi centri di contagio riscontrati in Friuli Venezia Giulia sono passati da 349 a 268, mentre restano sostanzialmente immutati, per quanto pure in questo caso si registri un lieve calo, i casi con provenienza non verificata scesi da mille 58 e mille 28.



Passando ai numeri dei ricoveri, poi, la situazione non cambia. Se è vero, infatti, che la regione resta uno dei territori con il tasso di occupazione dei letti in Terapia intensiva da parte di positivi al Covid superiore al 30%, è altrettanto vero che nel giro di una settimana questo parametro è sceso dal 38% al 34% e che giovedì è diminuito di un altro punto percentuale visti i 58 pazienti su 175 posti a disposizione.

Ancora più netto, infine, è il calo in area medica con il monitoraggio che certifica un abbassamento, in sette giorni, di ben otto punti, dal 39% al 31%, seguendo una linea di diminuzione confermata anche dai dati di giovedì visti i 361 ricoverati su mille 277 posti a disposizione che equivalgono, in sintesi, a un tasso del 28%, lontano dalla soglia d’allarme ministeriale fissata al 40%

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