Rossitto: "Il dottor Poser ha salvato la mia carriera"

L’allenatore del Pordenone: «Un grande professionista, una persona speciale, un cuore immenso. Gli devo tutto»

SACILE. Per lui è stato – ed è tuttora – molto più di un medico. E’ un amico e un punto di riferimento: è il santolo di suo figlio, per far capire il legame la stima e l’affetto che prova nei suoi confronti. Se c’è un campione affezionato a Giuliano Poser, questo è l’eccellenza calcistica della provincia, vale a dire l’ex mediano della Nazionale, ora tecnico del Pordenone Fabio Rossitto.

«Mi ha salvato la carriera: se sono riuscito a giocare ad alti livelli lo devo a lui – racconta –. E dirò di più: Giuliano non è solo un grande professionista, è una persona speciale, con un cuore immenso. Gli voglio bene».

Rossitto è una persona con una sensibilità particolare, profonda e molto umana: sa leggere bene chi ha di fronte, lo valuta e lo pesa. E forse andò così quando, all’inizio degli anni ’90, scelse il dottor Poser dopo un girovagare per l’Italia in cerca di chi lo rimettesse in sesto da una fastidiosa pubalgia. «Ero disperato, mi rivolsi a lui – racconta il tecnico dei neroverdi –: ero giovane, poco più di 20 anni (è un classe ’71, ndr), erano le mie prime stagioni all’Udinese. Mi visitò: nel giro di due settimane, anche cambiando alimentazione, tornai a correre e non ebbi più quel problema».

Rossitto, di fatto, rinacque. «Da lì in poi l’ho sempre seguito – racconta –. Qualche stagione dopo, quando ero sempre in forza all’Udinese, risolsi assieme a lui dei problemi che avevo alla schiena. E tutto accadde nel giro di poco tempo. Ripeto, io sono un miracolato, molto di ciò che ho avuto è merito suo».

Rossitto è molto riconoscente nei confronti di chi lo aiuta, figuriamoci di uno che gli ha raddrizzato la carriera: “Da lì è nata un’amicizia solida - spiega -. Non è solo un dottore: quando lavora ci mette qualcosa di più, il cuore e l’anima. E’ una persona immensa».

La conseguenza di queste qualità è una sola. «Per quanto mi riguarda – continua il tecnico del Pordenone – non sono stupito dal fatto che Messi sia un suo paziente, anzi: mi stupirei del contrario. È naturale che il miglior giocatore al mondo si faccia visitare e curare da Giuliano. In passato sono arrivati i più grandi, adesso è la volta dell’argentino». E altri ancora stanno valutando di affidarsi a lui per migliorare il proprio stato: si parla di Montoya e Busquets, compagni del Barcellona di Messi, a quanto pare avvistati a Sacile; si dice che lo stesso Poser sia stato contattato sia dal club catalano e sia dalla Nazionale argentina.

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